La parola passa agli azionisti dopo la bocciatura del cda che ha “aperto” a Mps

La parola passa agli azionisti. Dopo mesi di discussioni, culminati con il no del Cda di Ubi, da oggi scatta l’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo, in un’operazione da 4,86 miliardi che metterebbe assieme la prima e la quarta banca del Paese. La cosa potrebbe interessare da vicino anche Monte dei paschi di Siena, dopo le parole dell’amministratore delegato di Ubi Massiah proprio sull’operato di Mps. Rocca Salimbeni è alla finestra, dunque, dopo l’operazione di scissione dei crediti deteriorati e in attesa delle decisioni dello Stato quale azionista di maggioranza sul futuro della banca.

Da qui a fine mese – il periodo di adesione va da oggi al 28 luglio – spetterà ai soci rispondere all’offerta. L’operazione, che si completerà con la fusione se aderiranno i due terzi dei soci, ha già ottenuto il via libera della Bce, di Bankitalia e dell’Ivass. Attende solo l’ultima decisione dell’Antitrust. La bocciatura è stata invece unanime da parte del Cda di Ubi, che ha aggiornato il piano industriale al 2022 sul quale, pero’, secondo indiscrezioni riportate da Il Messaggero, si sarebbe acceso il faro Bce perchè prevede 840 milioni di dividendi a fronte di un utile ridotto di 103 milioni, a quota 562 milioni dai 665 previsti nelle stime dello scorso febbraio. Ubi aveva messo in campo anche perplessità sul fronte occupazionale, un tema che ha toccato anche la Fabi, ribadendo che “il rapporto deve essere di uno a due, cioè una assunzione ogni due fuoriuscite volontarie”.

L’offerta di Intesa d’altra parte prevede l’assunzione di 2.500 giovani a fronte di 5.000 uscite solo su base volontaria, rispettando il rapporto 1 a due. Se il Cda Ubi ha bollato l’offerta come “non conveniente”, l’ad di Intesa Carlo Messina ne ha invece evidenziato la potenzialità di “creazione di valore per tutti gli stakeholder” e ha sottolineato l’impegno e il contributo che il progetto avrebbe per lo sviluppo dell’economia reale di tutte le aree interessate.

Il Cda di Ubi ha lanciato comunque il suo messaggio e ha diffuso inoltre valutazioni di advisor secondo cui il concambio di 1,7 azioni di Intesa per una di Ubi sarebbe penalizzante per gli azionisti di quest’ultima, quindi da adeguare a 2,28 azioni di Intesa per ciascuna di Ubi. E si è spinto oltre, delineando un futuro di M&A (Merger and Acquisition), a partire da Mps, in caso di insuccesso dell’operazione di Intesa.

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