Sulla questione le risposte del Difensore Civico al Comitato dei cittadini

Proseguono senza sosta i lavori di bonifica nella zona delle fonti di Pescaia dove, come segnalato da Gazzetta di Siena, a fine ottobre si è verificato un ingente sversamento di gasolio, proveniente da una costerna del vicino Consorzio Mps. Da molto settimane i tecnici comunali, le ditte specializzate e l’Arpat stanno lavorando per bonificare il territorio ed evitare qualsiasi problema ambientale, naturalmente attraverso le risorse di Mps.

Un lavoro continuo attraverso macchinari specializzati e drenanti che intercettano il gasolio sversato dopo la rottura accidentale di una cisterna ed evitano l’inquinamento dell’ambiente. Sulla situazione continua il monitoraggio dei tecnici del Comune e di Arpat che ha fatto anche il punto della situazione un paio di settimane fa.

I macchinari sono costantemente all’opera e sul posto ci sono sempre operai e ditte specializzate. Inoltre a conclusione delle operazioni sarà l’Arpat a dover certificare la situazione.

Sulla questione è intervenuto anche il Difensore Civico della Toscana rispetto alla richiesta di chiarimenti inviata dal Comitato spontaneo per i bottini e le fonti storiche di Siena.

“Si dice nella risposta – scrive il Comitato – che il 30 ottobre si è verificata una perdita di 20.000 litri di gasolio “a seguito dei lavori per l’adeguamento antincendio delle cisterne interrate” e che l’impresa incaricata della manutenzione ha iniziato subito “l’aspirazione mediante autospurgo delle acque in uscita dalla fonte di Pescaia”. Ma al Comune risulterebbe, come dichiarato dall’Assessore, che il primo indizio della perdita di gasolio sia arrivato dai dipendenti comunali che, nel corso della consueta ispezione all’interno della fonte e relativo bottino, hanno avvertito l’odore dell’idrocarburo. Quindi lo sversamento era iniziato senza che la ditta se ne fosse accorta?

“Si dice – continua il COmitato – che il “soggetto responsabile” ha provveduto a “verificare e sottoporre a prova di tenuta le cisterne con esito positivo”. Ma quindi da dove è uscito il gasolio? E le cisterne, allo stato attuale, sono ancora vuote o nuovamente operative?. La prima parte dell’acqua inquinata sembra sia stata correttamente conferita come rifiuto “speciale”, ma adesso la ditta avrebbe richiesto di poter procedere sul posto all’immissione nella fognatura nera, dopo aver sottoposto le acque a idoneo trattamento anti-inquinante. Raccomandiamo alla Regione, cui compete autorizzare tutto questo, la massima sorveglianza, per non compromettere il funzionamento del depuratore di Isola d’Arbia nel quale confluisce la fognatura nera. Tuttavia, quelle che sono fuoriuscite prima della scoperta dello sversamento dove sono finite? Ci sono stati controlli sull’inquinamento del fosso che scorre verso la Tressa e sui terreni circostanti? Ci sono rischi per eventuali pozzi artesiani o altre fonti di captazione anche solo per uso irriguo?

A un certo punto il Difensore Civico conferma che “gli interventi eseguiti hanno avuto buon esito […] senza tuttavia riportare i valori di concentrazione dell’inquinante al di sotto dei limiti di accettabilità per le matrici ambientali interessate” Se ne deduce che l’inquinante è al di sopra dei limiti consentiti, confermando quindi l’inquinamento delle matrici ambientali interessate: come intendono procedere per bonificare l’area inquinata? Non nascondiamo poi sincera preoccupazione per il gasolio che è penetrato fin nei condotti dei bottini scavati nell’arenaria”.

“Concludendo – dice il Comitato -, da cittadini riteniamo discutibile il comportamento delle istituzioni pubbliche che hanno dapprima scelto il silenzio per poi cercare, in modo che ci è sembrato piuttosto maldestro, di minimizzare l’accaduto a fronte delle giuste e comprensibili richieste di chiarimento dei cittadini. Abbiamo un enorme e prezioso patrimonio storico-artistico che deve essere tutelato, prima di tutto da parte del suo legittimo proprietario, il Comune di Siena. Crediamo che il rapporto fiduciario tra amministrazione comunale e cittadinanza debba essere improntato alla massima trasparenza e collaborazione, anche davanti a fatti come questi”.

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