Buzzichelli: “Situazione sotto controllo, monitoriamo costantemente”. A fine ottobre la rottura della cisterna del Consorzio Mps, sversamento nella zona delle fonti di Pescaia

Era il 2 novembre scorso quando Gazzetta di Siena segnalò lo sversamento di gasolio nella zona delle fonti di Pescaia. Da allora non si sono fermati i lavori di bonifica, raccontati nel corso di queste settimane.

Stanno ancora proseguendo, dunque, le operazioni di messa in sicurezza, derivanti dal guasto alla cisterna del Consorzio Mps. L’intervento vede, oltre all’impegno dello stesso istituto bancario, degli operai del Comune e di alcune ditte specializzate, anche l’intervento di Arpat

Il sopralluogo dell’Agenzia ha riguardato sia l’area delle Fonti, dove il Comune aveva verificato la presenza di gasolio, sia l’area del cantiere di adeguamento antincendio del Centro Elaborazione dati del Monte dei Paschi di Siena, posta al di sopra delle Fonti e presumibile causa della potenziale contaminazione delle acque.

Questa la mappa Arpat con l’ubicazione del cantiere e le Fonti di Pescaia.

Sulla situazione è intervenuta anche Silvia Buzzichelli, assessore all’ambiente del Comune di Siena, durante l’ultima puntata di “Un Caffè in Comune” su Gazzetta di Siena.

Ci siamo accorti in maniera tempestiva di questa problematica – ha detto – gli incaricati comunali hanno effettuati le operazioni di pulizia alle fonti. Sentendo un forte odore siamo risaliti al problema. Devo rassicurare tutti i cittadini, la preoccupazione era che il gasolio potesse prendere una direzione sfociando nelle acque chiare. Questo è stato fermato prontamente, sono state utilizzate idrovore per asportare il gasolio dalle acque. I lavori stanno continuando, su un canale la situazione è ottimale, su un altro canale si sta ancora lavorando. Dopo questo intervento ci sarà un’analisi dei territori da parte di Arpat che non dovranno risultare inquinati. Tutto è naturalmente a carico dell’azienda. I nostri tecnici sono in continuo contatto e monitorano la situazione”.

Il parere di Arpat

“Sulla base di quanto verificato – dice Arpat – nel corso del sopralluogo presso l’area del cantiere, è risultato che, a seguito dei lavori per l’adeguamento antincendio delle cisterne interrate contenenti gasolio e utilizzate per il funzionamento dei generatori del Centro Elaborazione Dati, si era verificata una perdita di idrocarburi stimati in circa 20.000 litri, che aveva interessato anche l’acqua delle Fonti di Pescaia. Nel fossetto in uscita dalla vasca delle “Fonti di Pescaia” erano infatti visibili opalescenze tipiche degli idrocarburi che le evidenze olfattive individuavano come gasolio”.

“Sono stati quindi attivati tempestivamente – spiega Arpat -, dalla ditta incaricata degli interventi di adeguamento dell’impianto antincendio, interventi di messa in sicurezza d’emergenza consistenti nell’aspirazione mediante autospurgo delle acque contenenti idrocarburi in uscita dalla fonte”.

“Il giorno seguente al sopralluogo, la ditta affidataria dei lavori di adeguamento ha inviato la comunicazione di potenziale contaminazione, in base all’art. 245 del Dlgs 152/06 come soggetto non responsabile della contaminazione, e la relazione delle attività di messa in sicurezza d’emergenza eseguite sul sito. Considerata anche la grande quantità di idrocarburi versata, ARPAT ha segnalato agli enti e alla ditta la necessità diproseguire con gli interventi di aspirazione delle acque in arrivo alla “Fonte di Pescaia” contenenti idrocarburi; valutare l’attuazione di ulteriori interventi di messa in sicurezza per limitare il più possibile la diffusione nell’ambiente del gasolio (ad esempio, l’intercettazione del flusso a monte della fonte)”.

La situazione

“Ad oggi – continua Arpat – sono ancora in corso gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza dell’area da parte della ditta intervenuta al momento del rilevamento del versamento, operazioni effettuate anche sulla base di alcune indicazioni tecniche fornite da Arpat”.

Gli interventi sono consistiti, nell’immediato, nell’intercettazione delle sorgenti contaminate ed invio delle acque contaminate a smaltimento come rifiuto. “Le verifiche eseguite dai tecnici incaricati delle indagini ambientali – specifica Arpat – hanno consentito di determinare che nella vasca di raccolta delle acque delle “Fonti di Pescaia” sono presenti due distinte immissioni, determinate dalla presenza di due “bottini” separati, dai quali sgorgano acque che sono state identificate come fonte A e fonte B. Solo la fonte A risulta interessata, al momento, dalla presenza di idrocarburi”.

I lavori

Allo scopo di limitare il quantitativo di acque contaminate destinate allo smaltimento, è stata richiesta al Comune l’autorizzazione per l’installazione di un bypass atto a ripristinare l’originale deflusso delle acque della fonte B, non contaminata in base alle analisi effettuate. “Per tale intervento, come richiesto dal Comune di Siena- dice ancora Arpat – abbiamo espresso il 19/11/2020 un parere favorevole al bypass, con prescrizioni, richiedendo in particolare il costante monitoraggio analitico delle acque della fonte B al fine di escludere eventuali contaminazioni delle acque emunte che dovessero sopraggiungere”.

“La ditta che segue le operazioni di messa in sicurezza – spiega Arpat – ha inoltre provveduto ad eseguire, all’interno del bottino impattato dagli idrocarburi versati, a circa 20 m dall’uscita delle acque, un punto di intercettazione del prodotto petrolifero che viene captato da una pompa, evitando quindi la miscelazione con le acque della fonte. Il gasolio rimosso è smaltito come rifiuto pericoloso. L’intervento è stato eseguito, sotto la supervisione della Soprintendenza di Siena, procedendo alla rimozione di un piccolo tratto di pavimentazione del bottino realizzando poi una sorta di pozzetto atto a contenere la pompa per l’ aspirazione del gasolio. Gli interventi sopra richiamati rientrano per la loro totalità negli interventi di Messa In Sicurezza d’Emergenza (MISE), come definiti dall’Allegato 3 alla parte IV del DLgs 152/2006″.

Il futuro

Una volta ultimata la messa in sicurezza di emergenza da parte del soggetto sopra indicato, sul sito dovranno successivamente essere eseguite le indagini preliminari atte a verificare lo stato delle matrici ambientali e verificare il superamento o meno delle Csc (Concentrazioni Soglia di Contaminazione). “Successivamente- dice Arpat – , nel caso di eventuali superamenti delle Csc, dovrà essere presentato un piano di caratterizzazione e di bonifica, che saranno valutatati ed approvati nelle sedi opportune e per le quali Arpat potrà esprimere un parere di competenza, ove richiesto”.

“Nel frattempo, in contraddittorio con il proponente, – conclude Arpat – Arpat continua i monitoraggi finalizzati alla verifica dell’andamento delle azioni adottate per la messa in sicurezza, in particolare monitorando lo stato di contaminazione delle acque oggetto di intervento. Le indagini analitiche dell’Agenzia sono attualmente in corso”.

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