Tiziana Del Monaco (Tni Italia): “A dicembre abbiamo avuto tantissime disdette, chiediamo aiuto ma nessuno risponde”

Parteciperanno pure alcuni ristoratori di Siena al presidio si svolgerà domani a partire dalle 12, in piazza dei Santi Apostoli a Roma. Alberghi e ristoranti vuoti nel primo giorno di super green pass. Non mancano solo i non vaccinati, ma mancano i turisti e moltissime sono le famiglie bloccate a casa tra isolamenti e quarantene. Mediamente da oggi le imprese della ricettività e della ristorazione, stima Tni Italia, perderanno una nuova fetta del loro fatturato: un -20 per cento ulteriore che si va a sommare al -40 per cento perso da Natale in poi.

“E’ già da diverso tempo che stiamo chiedendo un aiuto – afferma la ristoratrice Tiziana Del Monaco -. Il calo del lavoro è normale e fisiologico a gennaio, ma non a dicembre, dove ci sono state moltissime disdette per persone malate o bloccate dalla burocrazia. Chi più chi meno ovviamente, fuori dal centro storico ad esempio il calo si è sentito tanto. Vogliamo che vengano rinnovate la cassa integrazione e le moratorie sui prestiti. Ovviamente non abbiamo ricevuto riposte, sono diverse settimane che cerchiamo di essere ascoltati, abbimao deciso di fare un presidio permanente che inizia domani”.

“Siamo aperti, ma vuoti. Siamo affrontando, di fatto, un nuovo lockdown e senza aiuti inizieranno a chiudere le aziende e fioccheranno i licenziamenti. Solo i nostri associati hanno dichiarato 10mila esuberi. Siamo al disastro economico. Per questo – annuncia Raffaele Madeo, presidente di Tni Italiatorneremo a Roma, per un presidio. Ora basta, si sta distruggendo l’economia. Il Governo deve intervenire con misure urgenti. Porteremo in piazza i 10mila licenziamenti. Per noi fare sindacato vuol dire anche fermare ogni deputato e senatore per spiegare loro i problemi delle nostre imprese. Ed è quello che faremo”. Le priorità per Tni Italia sono tre: cassa integrazione Covid, credito d’imposta per quegli imprenditori che hanno i locali in affitto e la moratoria sui finanziamenti.

Facciamo appello a tutto il mondo della ristorazione, ma anche a tutti quegli imprenditori colpiti dalla crisi, perché si uniscano a noi in questa battaglia”, è l’appello di Madeo, che ricorda come le imprese stiano sostenendo dei costi sempre più alti, dovuti in particolare ai rincari energetici. Secondo lo studio della Cgia di Mestre, le aziende italiane pagheranno 36 miliardi di euro in più rispetto al 2019 solo per l’aumento delle tariffe elettriche. Nel giro di tre anni il costo dell’energia elettrica è raddoppiato. Tra le imprese più colpite la Cgia annovera alberghi, bar e ristoranti.

Il dramma però si estende anche a tutti gli imprenditori senesi: pubblici esercizi, locali di intrattenimento, grossisti. “Qui si ritorna al punto del 2020, quando anche nei periodi in cui si poteva stare aperti iniziava a convenire di restare chiusi – spiega Michele Vitale, Presidente provinciale dei ristoratori Fiepet Confesercenti – nella prima metà di dicembre la prospettiva era incoraggiante, poi si è diffusa omicron e le disdette sono piovute a raffica. Meno gente in giro, ancora meno quella capace di dominare la paura, e sedersi a tavola”.

E’ difficile trovare eccezioni, tra tutti noi c’è molta preoccupazione – aggiunge Giovanni Carli, titolare di pubblici esercizi nel capoluogo e membro del Direttivo Fiepet – 6 tavoli su 10 in questi giorni restano mediamente vuoti, gli incassi sono dimezzati mentre i costi fissi del personale restano immutati, e quelli delle bollette sono addirittura aumentati, in qualche caso fino al doppio. Quel poco che eravamo riusciti ad accantonare d’estate si sta ormai dileguando: come si fa, secondo voi, ad andare avanti?”.

Il 2020 era l’epoca del lockdown, e dei primi ristori: “il Governo, la Regione e chi ne ha i mezzi deve riattivare subito almeno quelle misure di sostegno – aggiunge Michele Vitale – la speranza di tutti è che la fine dell’inverno ci riporti ad una situazione più vivibile, con una voglia più diffusa e convinta di muoversi e incontrarsi. Ma da qui a primavera la conta dei giorni è ancora lunga: bisogna evitare quanto che le attività più o meno piccole del nostro settore tornino a chiudere o licenziare. La situazione è grave”.

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