“E’ necessario capire come gestire le quantità di rifiuti urbani e speciali presenti sul nostro territorio”

Lo sviluppo di un’economia circolare, la possibilità di riutilizzare e riciclare materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, estendendone il ciclo di vita e contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo è sempre stato il suo mantra. Se possibile, ancora di più, dopo che 4 anni fa le è stata conferita la delega di Confindustria Toscana Sud allo Sviluppo sostenibile. Da allora Maria Cristina Squarcialupi (Vice Presidente di Confindustria Toscana Sud) non ha mai smesso di impegnarsi personalmente e in prima linea per divulgare e spiegare a tutti cosa sia l’economia circolare e i tanti benefici che derivano dall’adozione di questo modello di produzione e consumo rispetto al tradizionale modello lineare.

Dopo che l’economia circolare è entrata a tutti gli effetti nel piano d’azione previsto dal Green Deal europeo segue, con grande attenzione, l’evolversi della disciplina della materia a livello regionale. “E’ necessario capire come gestire le quantità di rifiuti urbani e speciali presenti sul nostro territorio – dice Maria Cristina Squarcialupi -; gli iter per la creazione di nuovi impianti e per l’ampliamento di quelli esistenti richiedono tempi molto lunghi, ma siamo fermamente convinti che i rifiuti debbano essere considerati non più un problema ma un’opportunità. Investire su un tessuto impiantistico più ricco significa aumentare la percentuale di rifiuti sottoposti ad operazioni di recupero e dare concreta attuazione a quelli che sono i principi dell’economia circolare”.

“La proposta che abbiamo fatto a livello regionale – spiega Maria Cristina Squarcialupi -, di estendere cioè il piano dei rifiuti anche al mondo dei rifiuti speciali prodotti nel nostro territorio, deriva dall’esigenza di gestire il trattamento di questi a livello territoriale, nel rispetto del principio di prossimità e quindi in ottica di una sempre più crescente economia circolare”. 

“L’attuale carenza impiantistica porta infatti ad un’arretratezza nella gestione dei rifiuti, perché spinge a mantenere un modello di economia lineare – continua Squarcialupi – D’altra parte la Legge regionale 34/2020 sull’economia circolare parla del rispetto del principio di prossimità e stabilisce che i tavoli tecnici di settore, già istituiti dalla Regione, hanno lo scopo di individuare il fabbisogno impiantistico necessario per il trattamento dei rifiuti prodotti”.

“Oltre a dare il proprio contributo in termini di analisi del fabbisogno – continua Squarcialupi -, gli industriali hanno sempre dimostrato di volersi assumere la responsabilità della gestione degli impianti di trattamento dei rifiuti speciali e sono ben lieti di mettersi a disposizione della Regione in un’ottica collaborativa e propositiva per trasformare la Toscana in un territorio di economia circolare diffusa e dotato di un tessuto impiantistico ricco e ben strutturato”.

“Tenendo conto dei principi di autosufficienza – conclude – e di prossimità sanciti dalle normative comunitarie e nazionali e del fatto che la fine dei prodotti industriali debba essere parte integrante della progettazione di essi, riteniamo quindi sia necessario potenziare l’attuale tessuto impiantistico in grado di raccogliere, trasportare e trattare i rifiuti speciali in un luogo prossimo a quello in cui i rifiuti sono prodotti, in modo da ridurre il più possibile i rischi derivanti dalla loro movimentazione, l’inquinamento provocato dal loro trasporto ed i costi di gestione a carico delle aziende. Gli industriali sono pronti a fare la propria parte. Di questo e di altro si parlerà nel corso delle prossime Assise di Confindustria Toscana Sud, che saranno dedicate proprio al tema della sostenibilità”.

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