Piazza del Campo, locali
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Danni all’economia e alla socialità, Daniele Pracchia direttore Confcommercio di Siena, spiega perché il lavoro a distanza è una modalità da scoraggiare

Si torna a parlare di smart working e delle gravi ripercussioni economiche che rischia di scatenare se dovesse diventare la principale modalità di lavoro. Come già documentato nei nostri servizi, rivolti ai commercianti della città e a Confesercenti, sarebbero in molti a subire le gravi conseguenze economiche messe già a repentaglio dal Covid-19 e dal successivo calo dei turisti. Daniele Pracchia, Direttore Confcommercio di Siena ci spiega il suo punto di vista.

“Per quanto riguarda i settori che noi rappresentiamo -afferma il Direttore- cioè il commercio e il turismo, sicuramente è una modalità che difficilmente trova applicazione. Per noi non è una agevolazione, tutt’altro: l’assenza di persone che rimangono a casa a lavorare, che sono meno propense ad uscire e quindi ad acquistare, riduce la possibilità di ripresa economica a breve termine, soprattutto per le zone centrali della città”.

Nel dettaglio, l’aspetto più dannoso, per i commercianti e per gli esercizi che operano nel centro cittadino, sarebbe veder sottratta una parte della clientela abituata a consumare ed acquistare proprio negli orari di chiusura degli uffici “lo vediamo tutti i giorni qui a Siena dove la presenza di persone, dalle 17.30/ 18.00 (l’orario in cui le attività di lavorative finiscono) è nettamente più bassa, rispetto al periodo ante-Covid”. A pesare sarebbe, come sostiene lo stesso “da una parte l’assenza di ingenti flussi turistici, dall’altra l’assenza di persone che, lavorando da casa, non si muovono più per consumare”.

Una situazione, quella innescata dallo smart working, che facilita, invece, molti altri settori “diverse aziende fanno uso di questa modalità per il risparmio che ne scaturisce, per esempio sugli spazi ma anche sulle attrezzature. Molti, poi, ne abusano basti pensare al fatto che le linee telefoniche talvolta impiegate sono quelle dei dipendenti e non dell’azienda”.

Ma smart working non fa rima soltanto con depressione economica ma anche con riduzione della socialità, argomento sul quale è già intervenuto il vicesindaco e assessore al personale Andrea Corsi manifestando l’intenzione, da parte del Comune, di approvare un regolamento che permetta il giusto equilibrio fra lavoro a casa e in ufficio e per riattivare, sopratutto, quella socialità venuta meno in questi duri mesi.

Un tema, questo, fondamentale anche per il Direttore di Confcommercio: “Ci aspettiamo che con le politiche che l’amministrazione intende attuare, quindi con il nuovo piano operativo e i nuovi strumenti urbanistici che devono ridisegnare il quadro della città, si trovino delle forme di incentivazione, non tanto rispetto alle aziende quanto ai residenti, cercando di riattivare la presenza degli stessi nel centro storico. Questo risponderebbe sia alle esigenze delle attività che sono presenti, perché conterebbero su un bacino più ampio, ma anche a quelle dei cittadini da un punto di vista sociale, infatti una maggiore presenza dei residenti garantisce una miglior tenuta sociale del territorio e una maggior difficoltà rispetto ad alcuni fenomeni di microcriminalità.

Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena

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