Elisabetta Cioni e Gabriele Fattorini omaggiano uno dei più grandi orafi senesi

E’ stato presentato ieri pomeriggio, nella sala del Mappamondo, il libro di Elisabetta Cioni e Gabriele Fattorini: Il Reliquiario del braccio destro di San Giovanni Battista. Oreficeria a Siena al tempo di Pio II. Il volume approfondisce la figura di Francesco D’Antonio, uno degli orafi più importanti della storia di Siena. L’artista realizzò, intorno a metà quattrocento, un reliquiario destinato a custodire il braccio destro di San Giovanni Battista; uno dei cimeli più preziosi del tempo. Gli autori del libro, Elisabetta Cioni e Gabriele Fattorini, vogliono ricostruire la personalità dell’artista, soffermandosi sul contesto offerto dalla Siena dell’epoca.

“Il libro è un’idea – afferma Gabriele Fattorini – di Elisabetta Cioni. Nasce nel 2010, in occasione di una grande mostra dedicata al primo rinascimento senese, nel quale erano contenute alcune opere dell’artista Francesco D’Antonio. Elisabetta mi ha chiamato a collaborare sia per scrivere un saggio di apertura su quelli che furono i rapporti fra gli scultori e gli orafi, sia perché, proprio nell’occasione della mostra del 2010, mi ero occupato di un oggetto che oggi si trova nel museo di Pitigliano e poteva essere riferito alla mano di Francesco D’Antonio. L’oggetto in questione era un piccolo sportello di un tabernacolo che era molto interessante perché contiene lo stemma di Tommaso Piccolomini, un amico di Pio II. Il tema della consapevolezza credo che sia decisivo nel mondo di oggi perché i social ci raccontano vicende che non rimangono. Non sono epigrafi come quelle dei romani che ritroviamo ancora oggi. Un libro resta e ci auguriamo che anche questo possa essere un punto di partenza per il futuro.”

Il volume vuole porre le basi per ricostruire un panorama complesso come quello della produzione orafa a Siena nella prima metà del quattrocento. Questo manufatto costituisce la sola opera interamente progettata e realizzata nella bottega di Francesco D’Antonio.

“Francesco D’Antonio – sostiene Elisabetta Cioni – è l’orafo più importante a Siena della prima metà del quattrocento. In base all’analisi di quanto rimane della sua produzione si può dire che sia stato allievo di Giovanni Turino, un altro orafo importantissimo. Si capisce che è un personaggio che lavora per le maggiori istituzioni cittadine: per il comune, per l’opera del Duomo e per l’ospedale del Santa Maria della Scala; un personaggio quindi che era giusto approfondire meglio di quanto fosse stato fatto finora. Il Reliquiario del braccio destro di Giovanni Battista è l’opera principale che ci è rimasta di Francesco D’Antonio, ma non ci siamo fermati a quella. Nel libro infatti sono analizzati anche il Reliquiario della Cappa di San Bernardino, un’opera lasciata allo stadio iniziale da Giovanni Turino e completata solo successivamente da Francesco D’Antonio, e altre opere che si attribuiscono a questo maestro come la Croce di Asciano e lo Sportello di Tabernacolo Eucaristico della cattedrale di Sovana. Purtroppo si parla di oggetti che per molti motivi sono andati perduti, quindi il lavoro che dobbiamo fare è quello di ricostruire utilizzando qualsiasi minimo indizio”.

Le parole dei due autori, Gabriele Fattorini e Elisabetta Cioni.

Lorenzo Vullo
Sono Lorenzo Vullo, un ragazzo di 23 anni, nato a Siena e laureato in Scienze Politiche e relazioni internazionali. Mi piace lo sport, la cultura, la politica e ho molto interesse per le nuove forme di comunicazione. Nel mio breve percorso lavorativo ho uno stage presso la redazione giornalistica di Radio SienaTV.

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