Nannizzi, presidente di Confesercenti Siena, tira le fila di un lungo anno fra problemi e possibili soluzioni

Arrivati alla fine di quello che sarebbe dovuto essere l’anno della ripartenza, nel pieno di un ulteriore e inaspettato massiccio aumento di casi di influenza nel mondo, nonché alle prese con il caro energia e l’inflazione figli di una guerra in Europa, non è affatto facile tracciare le righe del bilancio di questo 2022. Ne abbiamo parlato con Leonardo Nannizzi, presidente provinciale di Confesercenti Siena, che ha tirato le fila di un lungo anno, mettendo l’uno accanto all’altro i problemi e le soluzioni individuati dall’associazione.

Qual è il bilancio 2022? È stato un anno positivo per gli esercenti, le attività sono in ripresa?

“Ovviamente, venendo dai due anni di pandemia, con le strade della città deserte, già il fatto di aver avuto il Palio ha riportato ossigeno in città, però dobbiamo considerare che i dati di quest’anno restano al di sotto di quello che era l’andamento prima della pandemia. Inoltre, dobbiamo considerare anche che il fatto di vedere tanta gente in giro non garantisce – purtroppo – che questa entri nei negozi per acquistare. In più, lavorare e incassare tanto non sempre vuol dire guadagnare, perché c’è l’inflazione, l’aumento dei costi fissi; e, insomma, i profitti mancanti di due anni non possono essere risanati da qualche mese di turismo consistente, come pure sono stati quelli estivi. Serve una politica di medio-lungo periodo, con investimenti mirati che mettano in condizione chi lavora di poter lavorare, non di dover chiudere e non poter riaprire”.

Quindi il 2022 è stato o non è stato l’anno della ripartenza? O, almeno, lo è stato per Siena?

“Il 2022 è stato un anno inizialmente un po’ complesso e complicato, perché quello che nell’immaginario di tutti noi doveva essere un anno di ripartenza, in effetti invece non lo è stato. Dalla pandemia siamo passati all’inflazione, all’inizio di un conflitto bellico, che ha creato grossi problemi aggiuntivi per quel che riguarda la fornitura dell’energia. Per quel che riguarda Siena da Pasqua in poi c’è stato un effettivo ritorno di una parte del turismo straniero, nazionale e locale, che si è protratto a lungo grazie anche ad un’estate che è durata fin oltre ottobre inoltrato. I pubblici esercizi che più di tutti ne hanno beneficiato sono quelli del settore alberghiero e della ristorazione, per quel che riguarda invece i negozi di vendita al dettaglio, soprattutto moda e abbigliamento, i problemi sono rimasti anche in virtù di una grossa e continua guerra che ci viene fatta dalle vendite online”. 

Cosa vi aspettate dal nuovo anno e dal governo Meloni?

 “Noi in quanto associazione ci confrontiamo con qualsiasi governo – nazionale, regionale e locale -, cercando di suggerire proposte e accortezze, che possono servire a migliorare certe situazioni che si stanno incancrenendo creando un grosso disagio a tutto il commercio. Una cosa è certa, ci auguriamo per il futuro di essere ascoltati di più dalla politica”.

Avete delle richieste particolari di provvedimenti che avete ideato in risposta a problemi reali ancora stagnanti?

“Ne abbiamo moltissime, fra le proposte che vorremmo vedere in atto c’è ad esempio quella legata agli affitti dei fondi dei negozi, che prevede di trovare un sistema per poter regolarizzare l’equocanone nei centri commerciali. Proponiamo poi l’abbattimento del cuneo fiscale, in modo che le ditte possano risparmiare e aumentare gli stipendi dei dipendenti. Sicuramente è necessaria una sburocratizzazione, che chiediamo da anni ottenendo in realtà l’opposto, con relativi disagi e costi per i commercianti. Ci aspettiamo che venga messa mano ad una web tax per le vendite online, che abbia una logica di percentuale che non sia il 3% – che è la presa di giro attuale -, per non parlare di quella che è la dignità lavorativa di un esercente che lavora all’interno del proprio negozio, e che non ha nessuna garanzia e nessuna tutela rispetto al dipendente! Giustamente il dipendente ha la sua paga base, il suo stipendio, la tredicesima, le ferie pagate, il tfr la pensione, mentre un commerciante di una piccola impresa lavora come un dipendente di sé stesso, ma senza alcuna tutela e diritti in quanto lavoratore. È anacronistico, noi continueremo a lottare per dare dignità lavorativa a tutti gli esercenti, ma mi sembra che anche questo sia un punto su cui la politica deve mettere la testa”.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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