Mauro Marzucchi di Siena Aperta pone l’attenzione sulla situazione di Siena Casa

“Nel 2005 il Comune di Siena conferì la gestione del proprio patrimonio di edilizia residenziale pubblica a Siena casa. Nella gestione diretta gli immobili risultavano quasi tutti assegnati, tranne poche unità tenute libere nell’eventualità di una emergenza. L’assegnazione prevedeva spesso un accordo tra comune e cittadino, che superava burocrazia, diminuiva i costi, velocizzava le assegnazioni”. Così la nota di Mauro Marzucchi, consigliere comunale di Siena Aperta, relativa alla situazione di Siena Casa.

“Il passaggio a Siena casa – dice ancora – , ente non di prossimità, e quindi scevro dal rapporto con i bisogni dei cittadini, ha burocratizzato gestione ed assegnazione . Leggi e regolamenti hanno ingessato un settore di primaria importanza sociale.
Al 31 dicembre 2020, a fronte di 1105 appartamenti gestiti da Siena Casa solo 946 risultano affittati. Delle restante 159 abitazioni, 56 sono pronte per l’assegnazione e ben 103 indisponibili. Ciò significa che ad oggi Siena Casa non ha restituito mediamente oltre sette abitazioni per ogni anno, sottraendole alla assegnazione ai cittadini che ne avevano diritto. La mancanza di risorse nella gestione di Siena Casa è un argomento solido che va celermente superato”.

“Per utilizzare le risorse costituite dalla vendita di immobili – conclude Marzucchi -occorre il via libera della amministrazione regionale e il superamento di vincoli che potrebbero allungare sine die la vicenda. L’altra possibilità riguarda un intervento diretto del comune che, previsto dalla convenzione, potrebbe accelerare la soluzione, potendo poi ristorare l’intervento attraverso la riscossione degli affitti degli immobili resi nuovamente disponibili. Inutile sottolineare il beneficio per quanti: anziani, giovani, casi sociali, sfrattati affollano le graduatorie comunali. Ma questo, per quanto importantissimo, non è l’unico problema che riguarda l’edilizia popolare. Molte di queste abitazioni sono state costruite negli anni settanta e seguenti. Spesso con materiali di non primissima qualità. L’assenza di un piano efficacie di manutenzione mostra oggi il progressivo degrado e la pericolosità sia delle strutture che degli impianti. Attendere ancora di intervenire rischia di deteriorare ancor più la qualita’ del patrimonio comunale e la sicurezza quanti ci abitano. Sono interventi ormai necessari, possibili, e capaci di dare sollievo ad una economia che soffre e dignità ai cittadini”.

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