Prima bozza del protocollo, ma il problema del numero dei positivi rimane

Il protocollo sanitario per la serie D c’è (o, almeno, una prima bozza). Al momento rimane anche il problema. La comunicazione (prima messa online, poi tolta, poi tornata) della Figc (scaricabile a questo link) relativa alle regole per la ripresa del campionato di quarta serie non pare risolvere il problema principale che ha causato diversi rinvii (con polemiche annesse) nella prima parte della stagione: con quanti positivi si può chiedere o meno lo stop di una partita “a data da destinarsi”?

La bozza introduce i test rapidi e questo è senz’altro un aspetto positivo (anche se bisognerà capire come uniformali) perché, leggendo nelle norme, le società possono in questo modo isolare o mettere in quarantena i “sospetti positivi” e i “positivi” (salvo convalida di test “normali”) e proseguire nell’attività, sia per quanto riguarda gli allenamenti, sia per quanto riguarda le partite. Quest’ultimo aspetto, però, è solo a livello teorico.

L’attuale protocollo, infatti, appare interpretabile e le maglie di questa interpretazione possono essere molto larghe, come spesso avviene in queste situazioni. Se una squadra dovesse registrare un numero elevato di positivi in squadra, tale da inficiare la possibilità di scendere in campo, come ci si comporterebbe? Ad oggi si dovrebbe comunque scendere in campo, a meno a livello teorico. E, quindi, con quanti tamponi rapidi positivi a 72/48 ore dalla partita una società può chiedere e ricevere l’ok al rinvio della partita?

Interrogativi ai quali, al momento, non sono date risposte. L’impressione è che dunque la serie D ancora non sappia darsi regole più stringenti per il prosieguo del campionato. E siamo già a poche ore dai recuperi di domenica 6 dicembre. La speranza è che qualche risposta possa arrivare prima del 13 dicembre, quando, sempre in teoria, è stata decretata la ripartenza della quarta serie.

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