Scuolabus

Il presidente della Tiemme, Massimiliano Dindalini, spiega le sue perplessità in merito alle decisioni del governo sugli scuolabus. Una possibile soluzione? Scaglionare gli orari di apertura delle scuole

Nonostante manchino pochi giorni all’arrivo del mese di settembre e, quindi, alla data di riapertura delle scuole (prevista per il 14), ancora non sembrano del tutto chiare le linee guida che il governo intende attuare per il ritorno della didattica in presenza nelle classi.

Tanti i temi sul tavolo del dibattito e tanti altri gli interrogativi del momento: quali spazi verranno impiegati per mantenere la distanza di sicurezza? Si potrà ancora usufruire della mensa? Come verranno effettuati i test sierologici ai dipendenti della scuola, agli educatori e al personale? Ma soprattutto come funzioneranno gli scuolabus? Abbiamo risposto ad alcuni di questi interrogativi in un nostro servizio, grazie all’intervento dell’assessore all’istruzione Paolo Benini.

Con l’avvicinarsi del giorno di riapertura delle scuole, si fanno sempre più forti le preoccupazioni dei genitori, specialmente sulla questione dei trasporti: funzioneranno ancora gli scuolabus? E come? Ne abbiamo parlato con il Presidente della Tiemme, Massimiliano Dindalini.

“Dobbiamo distinguere due tipi di servizi – spiega Dindalini- il primo riguarda gli scuolabus gialli mentre il secondo il trasporto pubblico locale sugli scuolabus. Nel primo caso si tratta di autobus a porte chiuse che si fermano solamente alle fermate preposte, per caricare il numero di bambini stabiliti. Su questa tipologia di mezzi, con il Comune stiamo facendo delle simulazioni, tenendo conto sia delle domande che i genitori hanno fatto per portare i bambini a scuola, (domande ad oggi molto ridotte), e del condizionamento dato dal decreto governativo: le tratte devono essere inferiori a 15 minuti “.

Ma il problema più grande – prosegue il presidente- riguarda il trasporto pubblico locale”. Con questo si intendono gli autobus urbani ed extraurbani che, secondo le disposizioni del decreto del ministro della salute, Roberto Speranza, potranno avere una capacità di carico massima del 60%. “Significa -spiega Dindalini- che su un autobus extraurbano da 90 posti di cui per esempio 55 sono posti a sedere, con il decreto, potrebbero sedersi solamente 20/22 o 25 persone, a seconda del tipo di mezzo. Ciò poi comporta che vengano impiegati più autobus per garantire il servizio a tutti. Questo non è assolutamente possibile. Abbiamo degli autobus di scorta, che certamente impiegheremo per aumentarne il numero, ma si parla del 10% in più e non di un raddoppio della flotta, come invece sarebbe necessario. Ammesso, poi, di trovare gli autisti”.

Un problema, quello dell’organizzazione dei trasporti, che coinvolge tutto il suolo italiano e che necessita di una soluzione a breve termine, come afferma lo stesso Dindalini: “Il problema riguarda tutto il territorio nazionale, se non cambiano le direttive nazionali, non per Tiemme, ma per il sistema del trasporto pubblico locale, è impossibile garantire il servizio. Occorre quindi -conclude il Presidente- un’organizzazione precisa. Se permane il distanziamento, la soluzione potrebbe essere quella di cambiare gli ingressi a scuola, magari scaglionando gli orari di apertura. Se nulla verrà fatto, il rischio è che molti ricorreranno all’auto privata, con un conseguente aumento del traffico, dell’inquinamento e nondimeno un dispendio economico maggiore che non tutte le famiglie possono permettersi”.

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