È l’effetto della legge a tutela e sostegno del Terzo settore

“Visto che le leggi, di solito, vengono identificate con il nome del loro primo firmatario, a me farebbe piacere che la legge sulla tutela e il sostegno al Terzo settore si chiamasse ‘Legge Garvin’, per onorare la memoria della dirigente della Regione che a questa legge ha lavorato e creduto fortemente”. Lo ha detto il presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Italia Viva), nel corso della conferenza stampa di presentazione della legge sul Terzo Settore, approvata dal Consiglio regionale nella seduta di martedì 14 luglio, che si è tenuta  nella sala Gonfalone di palazzo del Pegaso.

Un omaggio, quello alla memoria di Paola Garvin, cui si è unita anche l’assessore regionale al Diritto alla salute, Stefania Saccardi. Proprio l’assessore Saccardi ha sottolineato l’importanza delle legge, che “riconosce un principio, quello della co-programmazione e co-progettazione, al quale noi, come Regione, avevamo già dato cittadinanza con la gestione del Fondo sociale europeo”. È un principio secondo il quale “la pubblica amministrazione e il mondo del volontariato potranno costruire insieme i servizi da erogare – ha spiegato –, superando l’impostazione seguita fino ad oggi che vedeva gli enti pubblici come ideatori dei servizi da affidare al mondo del volontariato con il solo ruolo di erogarli. D’ora in poi programmazione e progettazione dei servizi saranno invece il frutto di un lavoro comune tra pubblico e volontariato. Pubblico e volontariato, insomma, saranno partner e non soggetti concorrenti”.

La legge, quindi, ha ricordato Saccardi, “ha finalmente codificato l’importanza del mondo del volontariato, cui dobbiamo molto anche per la gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19”. Scaramelli ha rimarcato il fatto che “la Regione Toscana, prendendo spunto dalla legge nazionale sul Terzo settore, ha dato vita a una normativa propria che, declinando puntualmente la fase procedurale della collaborazione con il mondo del volontariato, aiuta gli enti locali a lavorare meglio e a fornire servizi più efficaci ed efficienti ai cittadini”. Il provvedimento, ha sottolineato, “riconosce il contributo sociale degli enti del Terzo settore” e introduce un livello istituzionale mancante grazie all’istituzione della Consulta, che avrà un ruolo consultivo e di proposta nei confronti della Giunta regionale e del Consiglio regionale. “La collaborazione tra enti pubblici e volontariato in un regime di pari dignità – ha aggiunto – non potrà che portare benefici alla società Toscana, esaltando i principi della solidarietà e sussidiarietà”.


Altro aspetto importante contenuto nel provvedimento, ha spiegato ancora Scaramelli, “è la possibilità che la pubblica amministrazione metta a disposizione degli enti del volontariato, anche per lunghi periodi, beni mobili e immobili, così da superare problemi logistici e organizzativi che a volte si sono presentati”.

Importante anche “il riconoscimento dell’apporto che potrà venire anche dal mondo delle associazioni sportive”. Scaramelli ha concluso ribadendo un concetto già espresso durante il dibattito in Consiglio regionale: “Crediamo che il volontariato che possa co-programmare e co-progettare con la pubblica amministrazione sia il volontariato in forma organizzata e a questo, nella legge, abbiamo voluto far riferimento come il soggetto con cui relazionarci, senza per questo sminuire o mortificare il ruolo del volontariato individuale”.

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