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Sono tornati tra i banchi di scuola gli studenti delle scuole superiori. Tra incertezze e qualche perplessità ecco il racconto degli studenti

Torna a suonare la campanella per gli studenti delle scuole superiori della Toscana. Dei 12.250 iscritti sono circa 6.000 i ragazzi della provincia di Siena a sedersi oggi tra i banchi di scuola, date le indicazioni sulla didattica in presenza al 50%. Molte però sono le perplessità sul piano di rientro, tra orari scaglionati, didattica a distanza e presidi alle fermate degli autobus. Ce ne hanno parlato gli studenti delle superiori dell’Iis Enea Silvio Piccolomini e dell’Ipssc Giovanni Caselli di Siena.

Questa organizzazione non funziona, potremo durare al massimo un mese -racconta una ragazza all’uscita del liceo Classico- nessuno ascolta le nostre problematiche, nessuno si mette nei nostri panni, come i professori che proseguono il loro programma come se fosse una situazione normale”.

Ad emergere è il senso di forte insicurezza che questa generazione sta subendo, continuamente in bilico tra scuola e casa per seguire le lezioni. Un problema non indifferente se poi si riversa sull’andamento didattico, sul rapporto con la società e sulla visione che possono costruirsi delle istituzioni.

Oggi mi sono emozionata quando ho sentito nuovamente la campanella suonare -ammette commossa una ragazza all’uscita dal Caselli, altri aggiungono: “E’ stato bello, dopo tutti questi mesi, anche solo rivedere gli amici. Sono felice di tornare a scuola anche se, purtroppo, domani seguirò le lezioni da casa”.

E tutti concordano nel preferire la didattica in presenza: “I contatti sono importanti, non solo con i compagni di classe ma anche con i professori, la lezione inoltre prosegue molto più fluidamente quando siamo in presenza e c’è meno distrazione”.

Qualche dubbio anche per quanto riguarda il nodo cruciale della riapertura: i trasporti. Alcuni ragazzi hanno infatti confessato ai nostri microfoni che non sempre gli stewart hanno fatto presidio alle fermate degli autobus, come previsto dal progetto “Ti accompagno”. In alcuni casi infatti sembrerebbe che i controlli non siano stati così efficienti.

Situazione che ha portato molti genitori ad organizzarsi autonomamente: “Mia madre, per esempio, vedendo che le linee non sono aumentate e che c’è molto affollamento sui mezzi, ha deciso di accompagnarmi personalmente a scuola e di venirmi a riprendere”.

Nonostante le tante difficoltà, l’auspicio è che le condizioni della pandemia possano migliorare per permettere agli studenti di partecipare tutti alle lezioni in presenza e tornare così a vivere quella socialità perduta.

Le interviste agli studenti delle superiori

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