Dal 1° marzo al 5 novembre 2023 in mostra alla Cripta del Duomo di Siena

È stato presentato oggi il Reliquiario di San Galgano dopo la “cura” nei Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani. Un furto clamoroso, avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1989, dal Museo del Seminario Arcivescovile di Siena. Un recupero avvenuto per mano del Comando dei Carabinieri, Tutela Patrimonio Culturale di Palermo. Ed infine il restauro, eseguito nei Laboratori dei Musei Vaticani.

Il Reliquiario, insieme ai 9 oggetti sacri, sarà esposto dal 7 dicembre 2022 nella Sala VXII dei Musei Vaticani, per poi approdare a Siena dal 1° marzo al 5 novembre 2023 in mostra alla Cripta del Duomo, in un evento organizzato grazie alla collaborazione tra Musei Vaticani, Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e Opera della Metropolitana di Siena, con il contributo di Opera Laboratori, Sillabe e Giovanni Raspini.

“Colpisce rivedere un oggetto che porta dentro di sé tanta storia – così il cardinale Augusto Paolo Lojudice in occasione della conferenza stampa “Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di San Galgano restaurato” – Un furto sacrilego è sempre una perdita per la comunità fedele e laica e il ritorno a Siena dell’opera – prosegue il cardinale – è un ritorno al ricordo del Santo ai suoi luoghi e ambienti”.

Una croce astile, due pissidi, cinque calici e la Reliquia di San Galgano. Su di esso, in 74 reliquie, sono decorate finemente in smalti traslucidi le scene della vita del Santo e della sua spada.

“E’ stato un duro lavoro – dichiara Barba Pinto, responsabile dei lavori svolti dal Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche -. Grazie all’aiuto della professoressa dell’Università di Siena Elisabetta Cioni e al suo gruppo, siamo riusciti a capire quale fosse la sua forma originaria, quali pezzi mancassero e da lì siamo partiti dalla cosa più facile: rimetterlo in piedi”. L’oggetto, infatti, trovato dal tenente colonnello Gianluigi Marmora in condizioni disastrose “portava diverse fratture, come quella del fusto del piede, deformazioni alle guaglie e per di più mancava il primo rocchetto esagonale in smalto di giunzione con il piede – aggiunge la restauratrice -. Abbiamo quindi dovuto scansionare l’immagine e creare tramite una stampante 3D i pezzi mancanti. Stessa cosa per la croce apicale, andata perduta e ricostruita grazie all’aiuto del maestro orafo Giovanni Raspini” conclude Pinto.

Un atto di giustizia, come lo ha definito don Enrico Grassini: “Una ferita, quella della comunità laica e clericale, che dopo 30 anni e grazie al minuzioso lavoro di restauro può definirsi risarcita”.

Le interviste al cardinale Augusto Paolo Lojudice e a Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani

Il video della mostra “Dalla spada alla croce. Il Reliquiario di san Galgano restaurato”: https://www.facebook.com/gazzettadisiena/videos/1259915704865907

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