Luigi De Mossi, Augusto Lojudice, Guido Pratesi

Restaurata la reliquia contenente il braccio di San Giovanni Battista. Un’occasione per ribadire le tradizioni e le bellezze ma anche le capacità artigianali tutte da riscoprire

Presentato questa mattina, all’interno della Libreria Piccolomini nella Cattedrale di Siena, il restauro del reliquiario seicentesco contenente il braccio destro di Giovanni Battista, il Santo celebrato con la nascita al cielo e secondo la carne.

La reliquia sarà esposta alla pubblica venerazione dal 21 al 24 giugno durante il Triduo della solennità della natività del Battista mentre il 21, 22 e 23 giungo alle 18,30, si terrà la Santa Messa in Cattedrale. Il cardinale e arcivescovo Augusto Paolo Lojudice celebrerà la Santa Messa solenne per la natività del Battista il 24 giugno alle 18,30. Mentre il 21 giugno alle 17,30 sarà presentato, da Elisabetta Cioni e Francesco Fattorini, il libro Francesco d’Antonio presso la sala del Mappamondo di Palazzo Pubblico.

“Questo evento nasce con l’obiettivo di valorizzare due momenti della vita cittadina – ha detto Guido Pratesi, rettore dell’Opera della Metropolitana – uno tra questi è proprio la festa di San Giovanni Battista. Questo perché siamo consapevoli di essere depositari di una parte di storia e di valori condivisi dalla città di Siena che ci spinge a cercare di ri-valorizzarli in un momento in cui la città ha bisogno di rilanciarsi. E’ il motivo principale per cui abbiamo fatto questa iniziativa: da una parte per rivitalizzare certe feste in ombra e, nello stesso momento, riappropriarsene per il rilancio di questa città”.

Il reliquiario del braccio di San Giovanni Battista, conservato oggi in una stanza del Duomo di Siena, si deve a papà Pio II che ricevendolo in dono lo ha dedicato alla città. Come ha spiegato il restauratore Antonio Mignemi: “La storia di questo reliquiario – ha detto – nasce all’indomani del concilio di Trento, quando il visitatore apostolico presso la diocesi di Siena, chiese una migliore custodia della reliquia. In occasione dell’esposizione solenne e, nei primi anni del ‘600 l’Opera della Metropolita, nella persona del retore Placidi, fece realizzare l’urna attuale”.

L’opera come ha fatto notare Mignemi è: “Polimaterica, realizzata cioè in argento, oro, bronzo, rame dorati, vetro, paste vitree e legno. I metalli preziosi, di cui è per la maggior parte composto il reliquiario, sono lavorati con diverse tecniche e sono tra loro assemblati mediante saldature e sistemi di ancoraggio meccanici del tipo a vite. Durante il restauro – ha fatto sapere – è stato possibile evidenziare interventi precedenti di riparazione, vecchie saldature ed incollaggi in alcune delle aree più fragili ed esposte agli urti”.

Nelle mani dei restauratori l’urna presentava diverse tipologie di alterazioni, come Mignemi stesso ha rivelato: “Diverse erano le problematiche strutturali. Siamo intervenuti attraverso varie fasi operative partendo dalla documentazione, smontaggio temporaneo di alcune porzioni dell’urna, pulitura delle superfici, ripristino delle deformazioni e delle problematiche strutturali, applicazioni di vernici protettive e rimontaggio dei vari elementi”.

Grazie al restauro si possono oggi apprezzare, in maniera completa, le caratteristiche del manufatto e la sua forte carica simbolica: “Ha un valore storico culturale perché è un reperto legato ad una precisa storia della reliquia e al suo dono – ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice – il valore è legato al ruolo, alla presenza di Giovanni Battista nella storia della fede, perché biblicamente il Santo è cerniera tra antico e nuovo testamento, così come lo definisce Gesù nel vangelo. Oltre a questo, in senso simbolico, il braccio del Santo lega la chiesa all’autorità pubblica, al Comune. E’ il segno di un rapporto che continua nel rispetto delle specifiche competenze con il fine condiviso di fare del bene per la città. E’ quindi un’occasione per proiettarci in un futuro migliore”.

A vedere questo momento come opportunità è stato lo stesso sindaco di Siena, Luigi De Mossi: “Dobbiamo riappropriarci della nostra bellezza, delle nostre tradizioni, delle nostre capacità come la manualità e l’artigianalità che confinano nell’arte. Questo momento è quindi un occasione per spostare la città verso una ricchezza di contenuti. Quello che abbiamo in termini di ricchezza culturale non deve essere dato per scontato o dimenticato, le tante iniziative che abbiamo intrapreso in dialogo con la sfera religiosa hanno questo valore. Credo – ha concluso – che dobbiamo reinventare una nuova economia e una nuova consapevolezza di quello che siamo stati e che dobbiamo essere, perché siamo ‘condannati’ all eccellenza”.

Le interviste al sindaco di Siena Luigi De Mossi; al rettore dell’Opera della Metropolitana Guido Pratesi e al cardinale Augusto Paolo Lojudice

La conferenza stampa integrale.

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