Il processo a carico degli ex amministratori di Mps Profumo e Viola
Sono stati condannati a sei anni di reclusione a Milano Alessandro Profumo e Fabrizio Viola finiti sotto processo in qualità di ex presidente ed ex ad di Mps in un filone dell’indagine sulla banca senese.
Viola e Profumo erano sotto processo, in particolare, con l’accusa di falso in bilancio e aggiotaggio nel procedimento per la presunta errata contabilizzazione dei due derivati Alexandria e Santorini nel periodo tra il bilancio 2012 e la semestrale 2015. La seconda sezione del Tribunale di Milano, presieduta dalla giudice Flores Tanga ha anche condannato l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori a 3 anni e 6 mesi. Nel giugno scorso l’accusa rappresentata dai pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio avevano chiesto l’assoluzione. Viola e Profumo sono anche stati condannati a pagare 2,5 milioni di euro di multa ciascuno e all’interdizione dei pubblici uffici.
La lettura del dispositivo – dopo oltre 4 ore di camera di consiglio – si è svolta nell’aula 2 allestita presso il padiglione 4 di Fieramilanocity, dove in questo periodo si stanno celebrando alcune udienze di processi del tribunale milanese per avere spazi più ampi nel rispetto delle normative anti-Covid sul distanziamento.
Il tribunale ha dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione in relazione all’accusa di false comunicazioni sociali per l’anno 2012 e ha assolto Viola, Profumo e Salvadori perché “il fatto non sussiste” in merito ai bilanci 2013 e 2014. Il tribunale ha condannato Viola e Profumo a 5 anni di interdizione dei pubblici uffici e a due anni di interdizione dalla contrattazione con la pubblica amministrazione e dalla rappresentanza delle società. Banca Mps, imputata per la legge 231/2001, è stata condannata a una multa di 800mila euro più il pagamento delle spese processuali (quest’ultimo punto insieme agli imputati). La banca, inoltre, in solido con i tre imputati è stata condannata a una serie di risarcimenti danni alle parti civili, alcune da stabilire in separato giudizio civile.
“Leggeremo con attenzione le motivazioni e senz’altro presenteremo appello contro una sentenza che consideriamo sbagliata. Abbiamo sempre creduto nel corretto operato dei nostri assistiti”, il commento dell’avvocato Adriano Raffaelli, uno dei difensori di Profumo e Viola.
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