A rifissare il procedimento, che avrebbe dovuto prendere il via il prossimo 14 maggio, è stato il presidente facente funzione della Corte d’Appello Giuseppe Ondei

È slittato al prossimo 2 dicembre il processo di secondo grado sulle presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Mps tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta. A fissare di nuovo il procedimento, che avrebbe dovuto prendere il via il prossimo 14 maggio, è stato il presidente facente funzione della Corte d’Appello Giuseppe Ondei, in seguito al caso del giudice Piero Gamacchio che avrebbe dovuto presiedere il collegio della seconda sezione penale.

Il magistrato, autore di delicatissime sentenze che non solo hanno retto in Cassazione ma hanno fatto anche la storia d’Italia, la scorsa settimana ha, invece, annunciato la scelta di andare in aspettativa, per il tempo che lo separa dalla pensione, dopo aver ammesso di avere conti da saldare in bar e ristoranti attorno al Palazzo di Giustizia milanese e un debito di 40 mila euro con un noto penalista.

“Quanto letto sui social e taluni media in questi ultimi giorni corrisponde ahimè alla verità (…) questi fatti mi impongono di chiedere da subito di essere messo in aspettativa. Si è trattato di comportamenti di grave leggerezza di cui mi pento profondamente e ai quali porrò al più presto rimedio”.

Sono le parole del giudice milanese, riportate sul profilo Facebook del giornalista Gianluigi Nuzzi, il quale in questi giorni proprio sul social network ha raccontato la vicenda, ripresa da Dagospia e di cui molto si è parlato nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano, del magistrato della Corte d’Appello milanese che ha lasciato in sospeso conti in alcuni bar e ristoranti nelle vicinanze del Palagiustizia. Gamacchio, molto vicino alla pensione e che avrebbe dovuto presiedere il processo di secondo grado a carico di Giuseppe Mussari e altri ex vertici di Mps, ha dichiarato anche che “mai, in alcun modo mai, questi fatti possano aver influito nelle mia attività di giudice”.

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