Da luglio saranno consegnate le provette per effettuare gli esami entro l’anno. D’Urso: “La prevenzione è un capitolo fondamentale del sistema sanitario”

Saranno oltre centomila le lettere per la campagna di prevenzione dei tumori intestinali inviate dall’Asl Toscana sud est nel 2021 e che stanno arrivando anche in questi giorni nelle case di donne e uomini tra 50 e 70 anni, residenti nelle province di Arezzo, Grosseto e Siena.

Un’attività specificamente dedicata alla ricerca del sangue occulto nelle feci che, a seguito dell’allentamento della morsa della pandemia Covid, avrà da luglio un’implementazione con la consegna delle provette per effettuare il test. Nella stessa occasione saranno indicati anche giorni e orari per la riconsegna dei test medesimi.

Antonio D’Urso, direttore generale dell’Asl Toscana sud est, sottolinea l’importanza di questo progetto: “La prevenzione è un capitolo fondamentale del sistema sanitario, perché ci consente di intervenire con i tempi dovuti, laddove sia possibile, per evitare l’insorgere di gravi patologie. L’iniziativa punta a raggiungere risultati importanti nell’arco del 2021, invitando i cittadini residenti nelle province dell’Asl Toscana sud est ad aderire, per compiere un atto importante a tutela della propria salute”.

Gli esami vengono svolti, anche quelli che dovessero rendersi necessari a seguito del test, in modo del tutto gratuito e non è necessaria la richiesta del proprio medico di medicina generale. È sufficiente presentarsi con la lettera ricevuta al proprio domicilio nelle sedi delle associazioni di volontariato o nei centri screening indicati nell’invito dell’Asl Toscana sud est.

La partecipazione allo screening del colon retto nelle zone di riferimento della Toscana è tra le più alte d’Italia, e nella nostra azienda stiamo compiendo uno sforzo – spiega Alessandro Cosimi, direttore dell’Uoc Screening dell’Asl Tse – con l’obiettivo di amplificare la partecipazione. La ricerca del sangue occulto è un esame semplice ma capace di identificare con sicurezza varie forme di patologie che riguardano il grosso intestino anche allo stadio iniziale, consentendo di intervenire prima che si sviluppino problemi più importanti”.

Da qui l’iniziativa di rilanciare su larga scala l’invito a partecipare alla campagna di screening. “È una forma di prevenzione che dà risultati efficacissimi – aggiunge il dottor Cosimi –, per questo siamo convinti sia necessario uno sforzo per incrementare l’adesione. Contiamo di riscontrare numeri positivi nella partecipazione, puntando a coinvolgere un’ampia fetta della popolazione nella fascia d’età tra 50 e 70 anni, alla quale è riservato lo screening”.

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