Parlano gli avvocati, accusando la mancanza dei filmati integrali, dell’intera giornata

Sono passati ormai degli anni da quell’11 ottobre 2018, nel quale si sarebbe consumata una presunta tortura ai danni di un detenuto tunisino.

Una udienza fiume a Siena, nella quale hanno parlato i due avvocati dei cinque imputati.

Dalla difesa si è evidenziato un fatto nuovo e rilevante: i filmati, quelli che accuserebbero gli agenti, sono troppo “stretti” nei tempi.

A Ranza, nel 2018, mancava un direttore stabile e sempre presente, e l’avvocato Manfredi Biotti smonta le tesi dell’accusa: “perchè in precedenza furono richiesti 10 giorni di filmati, e poi infine un solo giorno?”

Effettivamente questa richiesta è stata modificata in itinere e non è dato sapere il perchè.

Inoltre “se avessimo avuto le immagini delle 24 ore del giorno 11 ottobre, probabilmente la ricostruzione sarebbe potuta essere completa”. Questo perchè “1 ora e 50 minuti non bastano, è stato leso un diritto degli agenti”.

Secondo la ricostruzione della difesa, la mattina dell’11, nel reparto isolamento ci sono stati dei disordini, causati dai detenuti. A causa dei litigi interni, sarebbe avvenuto anche il lancio di materiali importanti e la rottura di sanitari dei bagni, con litigi verbali accesi. Questa confusione sarebbe alla base delle decisioni prese successivamente, ma l’estrapolazione dei video non ha consentito di vedere.

In aula, in Tribunale, presenti oltre ai colleghi anche l’infermiere di turno, il quale non ha segnalato niente in quell’occasione. Un altro dato degno di nota, poichè se un detenuto fosse stato ritrovato nudo o ferito, sarebbe “partita una segnalazione ufficiale”.

Anche i presunti calci, sarebbero invece dei “colpetti dati per compulsare il detenuto a rialzarsi il prima possibile”, secondo la difesa.

Insomma, delle osservazioni che cambiano molto il quadro visto fin’ora e che donano nuovi elementi di giudizio.

Paolo Moschi
Un etrusco con gli occhi puntati sulla Valdelsa. Aperto a tutto quanto si muove nelle città e nei paesi a nord di Siena, per raccontare la vitalità di terre antiche e orgogliose, ma anche dal cuore grande

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