Simone Pacciani: “Incassi ridotti del 70% e un aumento delle bollette. Il rischio di chiudere gli impianti è altissimo”

Il caro bollette colpisce anche il settore sportivo, uno dei più danneggiati da questa pandemia da Covid19. A seguito della lettera inviata dai sindaci di 19 Comuni toscani al presidente della Regione Eugenio Giani, ai consiglieri regionali e alla sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali, a farsi sentire è stato anche il mondo sportivo.

Simone Pacciani, presidente della Uisp Comitato di Siena, ha fatto un punto sulla catastrofica situazione in cui vertono gli impianti sportivi della provincia senese: “Vedendo l’attuale situazione in cui ci troviamo, nonostante questa ondata che pare più leggera da un punto di vista sanitario, il nostro settore ne è colpito a pieno” dichiara.

L’aumento del contagio ha portato gli impianti natatori ad un colpo di arresto perché “le quarantene, le infezioni e le limitazioni sono tante e di conseguenza gli incassi si sono ridotti drasticamente. Le attività sportive agonistiche e di squadra poi sono sospese fino a fine mese secondo l’ultimo decreto-legge. A ciò si aggiunge anche il problema delle certificazioni mediche: tutti coloro che hanno contratto il Coronavirus devono aspettare sottoporsi ad un ecocardiogramma e aspettare 30 giorni per ottenere il certificato medico”.

“C’è una proposta presentata al governo e al ministero della Salute da parte dell’Associazione medici sportivi italiani, che prevede di accorciare a 7 giorni questo rientro – annuncia -. Se questa proposta venisse accolta capisce che dal punto di vista delle attività sportive a livello agonistico e di squadra, si andrebbe verso una ripartenza”.

A gravare sul futuro degli impianti natatori è anche il caro bollette: “Con incassi ridotti del circa 70% e un aumento delle bollette del 40%, gli impianti si trovano a pagare una somma superiore a quella incassata – spiega Pacciani -. Nonostante il calo degli iscritti alle attività, la struttura necessità sempre di luce e gas: l’acqua deve essere sottoposta a ricircolo attivo e mantenuta a una temperatura stabile. Molti impiantisti stanno per affrontare un altro anno difficile. Il rischio di chiudere le strutture è altissimo”.

“Aiuti da parte delle istituzioni? No, non ce ne sono – dichiara con fermezza -. L’unico sostegno che ci è stato offerto dal governo Draghi è stato il calo dell’iva al 4%, ma capisce bene che questo non è un costo per l’azienda. Certamente speriamo in un aiuto, ma contando le strutture sportive nel territorio toscano e tenendo di contro una somma ipotetica da destinare al settore, non credo che la cifra servirà a ricoprire le spese”.  

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