Il progetto prevede l’utilizzo dei fondi del Pnrr

Utilizzare i fondi del PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza – per recuperare lo stabilimento dell’ex mobilificio Furzi. è questa l’ultima idea dell’amministrazione comunale di Piancastagnaio. Dopo averlo acquistato qualche tempo fa, nei giorni scorsi il Comune pianese ha inviato al Ministero della Cultura i contenuti di un piano ambizioso, con la speranza di ottenere poco meno di due milioni di euro da riversare nel nuovo e ambizioso progetto di rigenerazione della fabbrica, posta all’ingresso del paese. L’intenzione è quella di creare un contenitore simile, nel concetto, al Beaubourg di Parigi (più correttamente Centre Georges Pompidou), con all’interno una biblioteca, spazi per il teatro e la musica, musei interattivi sulla biodiversità e la storia del territorio, luoghi delle conferenze, accanto a servizi medici e sociali.

“Bisogna considerare – dice il sindaco Luigi Vagaggini – che la quota di assegnazione per l’Italia centrale del PNRR è del 15%, ma noi abbiamo deciso di utilizzare tutte le opportunità di contributi o finanziamenti possibili, come dimostra questa occasione. Se aggiungiamo il teatro comunale, la scuola di musica di Saragiolo (quasi completata), il castello (destinato a diventare un altro luogo espositivo e interattivo, con un punto informazioni), nonché il recupero, appena ci saranno le condizioni, di Palazzo Bourbon del Monte, ecco che si potrà creare una rete di contenitori per la produzione culturale di alto livello: un’offerta destinata a intercettare un’utenza sovra comunale, che vedrà protagonisti i pianesi e tutti i viaggiatori, le persone che vorranno approfondire esperienze e conoscenza del territorio”.

A far eco al primo cittadino é stato poi l’assessore alla cultura Roberta Sancasciani: “Vogliamo riorganizzare l’identità locale, favorire la messa in rete delle eccellenze e delle tipicità, costruendo una rete di luoghi e infrastrutture, con al centro il grande contenitore postindustriale (circa cinquemila mq). L’attrazione culturale e turistica sarà fondata sulle esperienze: corsi di cucina o di attività artigiane, smart-working, convegni, presentazioni, laboratori, corsi e degustazioni per agevolare la scoperta di sapori e delle tradizioni del territorio. Tante occasioni di conoscenza e approfondimento, senza escludere forme ludiche (gaming) o interattive, per dialogare con il territorio e gli abitanti. Fondamentale in questo processo – conclude – sarà il coinvolgimento delle imprese dell’Amiata e della Val d’Orcia“.

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