Alcuni focolai si sono sviluppati ai confini della Toscana, a sud nel Lazio e a nord-ovest in Liguria. E’ caccia aperta ai casi sospetti

Anche la Toscana sarebbe a forte rischio per il diffondersi della peste suina africana. La malattia, provocata dagli ungulati, che potrebbe distruggere interi allevamenti di suini allevati allo stato rado come, ad esempio a Siena, la cinta senese.

La Regione starebbe correndo ai ripari fornendo agli allevatori kit per la rilevazione della Psa così come alle associazioni venatorie. Tutto il territorio viene costantemente monitorato per scongiurare il peggio ed abbattere immediatamente i capi dove viene riscontrata l’eventuale presenza della malattia.

Non è la prima volta che la nostra regione si trova a dover fare i conti con la peste suina. Una malattia ad alta capacità diffusiva fra i suini. Per questo il monitoraggio coinvolge tanto gli allevamenti quanto le popolazioni di cinghiali. Il rischio per gli allevamenti allo stato brado e semi-brado è quindi quello di entrare a contatto con un cinghiale infetto. In tal caso, anche con la sola verifica di un suini che risulti aver contratto la malattia, viene abbattuto l’intero allevamento.

Un rischio enorme che dal punto di vista economico potrebbe davvero rappresentare un disastro per le tante aziende in provincia di Siena.

Attualmente, in tutta Italia dal 2020, sono stati analizzate 509 carcasse di cinghiale e 70 di suini domestici.

Gli uomini non contraggono la malattia, ma possono esserne vettori ad esempio trasportando carne contagiata. 

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