Il segretario provinciale del Pd Valenti: “Partito da ristrutturare, ma la politica non si fa con gli accampamenti”

“Le sardine sono state un bel movimento spontaneo, e credo che abbiano dato anche una bella mano alla vittoria in Emilia Romagna. Quindi grazie. Davvero”. Così il segretario provinciale del Pd di Siena Andrea Valenti parla delle sardine, che hanno “occupato” la sede del Pd nazionale.

“Molti quando – dice Valenti – ci sono questi fenomeni (ne abbiamo visti diversi: i girotondi, il popolo viola, gli indignados, e sicuramente qualcosa ho rimosso) citano – a sproposito – le parole di Enrico Berlinguer rivolte ai giovani ‘venite e cambiateci’. Venite non nel senso di accamparsi fuori dal Nazzareno a fare non ho capito cosa salvo, temo, cercare visibilità personale. Un Partito è una cosa serissima. E se ne avete a cuore le sorti, come noi, il ‘venite’ di Berlinguer va inteso, oggi come allora, come ‘iscrivetevi, prendete la tessera, entrate negli organismi, discutete'”.

“Nei Partiti si fa così – spiega Valenti – E non venite a dire che non c’è spazio per i giovani. Intanto il nostro Partito ha una sua struttura giovanile. Inoltre, ogni volta che una ragazza o un ragazzo si avvicina al Pd, superato il primo momento di smarrimento (non ci crediamo nemmeno noi lì per lì) parte una corte sfrenata. Sto scherzando, ma fino a un certo punto. L’assemblea di Siena ha cooptato in direzione provinciale (il massimo organismo politico) alcune ragazze e ragazzi, che si sono avvicinati in vari modi al nostro Partito . Io ne vado orgoglioso, e spero che trovino lì il loro spazio di discussione e la loro voglia di cambiarci. Non con un sacco a pelo fuori dal Nazareno, rigorosamente con le telecamere puntate”.

“Abbiamo una gran necessità di cambiare – aggiunge Valenti -. Io credo che questo Partito vada ristrutturato radicalmente. Le dimissioni del segretario per me vanno lette in questo senso. Dobbiamo ricostruirlo dalle fondamenta e questo processo deve per forza essere dal basso. Quindi, care sardine, le porte non sono aperte. Sono spalancate. Ma dato che si sta parlando di un qualcosa che a noi sta molto a cuore, ci accalora e ci fa anche soffrire, se volete dare un contributo, che sia dato con serietà e per come si fa in un Partito. Il nostro è, da Statuto, un Partito di iscritti e elettori. Ed è certo che i contributi esterni sono preziosi come è certo che la nostra idea di Partito è quella di un luogo aperto, plurale e inclusivo. Su questi temi ai miei tempi ci ho fatto un congresso, proponendo comitati aperti ai non iscritti. Ma la politica non può essere solo estemporanea. È questo ma è anche molto altro. È pratica quotidiana, è fatica, è ascolto, è sintesi. È anche divertimento. Ma la sintesi più alta avviene nei luoghi e nei modi che sono deputati alla politica”.

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