“La violenza contro le donne attraversa quotidianamente le nostre vite. Dobbiamo inorridire, non solo davanti ai femminicidi, agli abusi, alle botte, ma davanti a qualsiasi atteggiamento che leda la dignità delle donne”

La Conferenza delle donne di Siena si è espressa contro la presenza della violenza di genere in molteplici forme nella nostra società.

“La violenza contro le donne – si legge in una nota ufficiale – attraversa quotidianamente le nostre vite, quelle delle donne e degli uomini, intreccia tutti i giorni le nostre relazioni. Una violenza strutturale, connaturata al sistema, strettamente collegata a sistematici atteggiamenti discriminatori nei confronti delle donne”.   

“Quella discriminazione – spiega la nota – per cui sono le donne ad essere state espulse in maniera massiccia dal mercato del lavoro durante la pandemia; quella dei differenziali salariali, per cui a parità di ruolo e mansioni gli stipendi delle donne sono inferiori di quelli dei loro colleghi maschi; quella per cui abbiamo necessità di una legge per vedere le donne presenti nei consigli di amministrazione, nonostante l’articolo 3 della Costituzione, nonostante studi e ricerche che riconosco il valore, anche in termini di crescita economica e sviluppo, apportato dalle donne”.

La violenza del linguaggio – aggiunge il Pd -, che ancora stenta a declinare al femminile ruoli e professioni, negando in tal modo una realtà che è già più avanti, ma che non viene riconosciuta. Una violenza così quotidiana, che consentiamo, leggiamo, viviamo tutti i giorni, salvo poi inorridire davanti agli episodi che finiscono sulla stampa, come quello denunciato nei giorni scorsi da una ragazza che durante una festa privata ha subito uno stupro di gruppo. Episodi che preferiamo pensare come eccezionali, scaturiti da chissà quali situazioni, invece è la realtà, purtroppo, la realtà di tante donne e tante uomini”.

“E’ questa violenza quotidiana- si legge ancora -, questa discriminazione e non riconoscimento delle donne, quali soggetti autonomi e autodeterminati, che è alla base dei comportamenti violenti, anche di quelli più gravi e efferati. Allora dobbiamo inorridire, non solo davanti ai femminicidi, agli abusi, alle botte, ma davanti a qualsiasi atteggiamento che leda la dignità delle donne, che ne disconosca ruoli, competenze, sapere, che le releghi nell’universo della cura. Solo così possiamo davvero contrastare la violenza contro le donne”.

Siamo tutte e tutti responsabili – conclude la nota – , perché ‘la responsabilità è un carico etico collettivo che ci riguarda tutti e tutte, perché le regole che seguiamo ogni giorno reggono la disuguaglianza che viviamo'”.

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