Lo studio, il primo al mondo di questo tipo, è stato coordinato dal professor Dotta, direttore della Diabetologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese

I pazienti diabetici sono maggiormente esposti al virus Sars-Cov2 e, al tempo stesso, gli altri che hanno contratto il Covid-19 dimostrano una tendenza all’iperglicemia e quindi a sviluppare la patologia diabetica.

È quanto emerge da uno studio coordinato dal professor Francesco Dotta, direttore UOC Diabetologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, direttore del Dipartimento Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze e Prorettore alla Sanità dell’Università di Siena, in collaborazione con gli Atenei di Pisa, Leuven e Bruxelles (Belgio).

Lo studio, il primo al mondo di questo tipo, è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Endocrinology” e l’importante risultato viene reso noto proprio in occasione della Giornata Mondiale del Diabete, celebrata in tutto il mondo il 14 novembre.

«Siamo andati a studiare i meccanismi di ingresso del virus nelle cellule Beta, quelle che producono insulina – spiega il professor Francesco Dotta -. Abbiamo scoperto che queste esprimono una grande quantità di recettori per il Sars-Cov2 e sono le uniche cellule del pancreas a farlo.

Ancor più interessante – prosegue il professor Dotta – è che durante i processi di infiammazione, dovuti all’infezione da malattia da Covid, l’espressione di questo recettore aumenta fino a 100 volte in più rispetto ai parametri standard. Ciò significa che le Beta-cellule sono ancora più suscettibili ad essere infettate dal virus».

Un risultato molto importante anche dal punto di vista assistenziale, perché offre una risposta molecolare a ciò che viene costantemente osservato nelle fasi cliniche, fornendo così un segnale di allerta importante sul perché le cellule vengono infettate con tutti i danni che ne conseguono.

«È necessario tenere sotto controllo i fenomeni infiammatori dei pazienti con Covid – conclude il professor Dotta -. Se riusciamo a farlo, parallelamente si riduce l’espressione di questo recettore nelle cellule Beta, con benefici immediati per il controllo glico-metabolico del paziente stesso. Sia che sia diabetico che non diabetico».

L’intervista al professor Dotta

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