E’ questa l’iniziativa lanciata dal Comitato Elsa Viva, che mira a coinvolgere fotografi amatoriali e professionisti che vorranno contribuire con le loro fotografie

Una raccolta fotografica per far conoscere la flora e la fauna del Parco Fluviale Elsa, nel tentativo di tutelare e promuovere il patrimonio ambientale. E’ questa l’iniziativa lanciata dal Comitato Elsa Viva, che mira a coinvolgere fotografi amatoriali e professionisti che vorranno contribuire con le loro fotografie. Sul sito del comitato è già stato pubblicato un primo album, con le foto di Giovanni Cappelli che ritraggono la fauna del parco, e presto sarà pubblicato un secondo album con le foto di Marco Birigazzi, concentrate sugli scorci paesaggistici naturali. Il Parco Fluviale Elsa rappresenta un patrimonio ambientale situato nel comune di Colle di Val d’Elsa, recentemente riscoperto dopo molti anni in cui era stato “dimenticato” dai cittadini.

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Un album fotografici partecipativi

Gli album fotografici del Parco Fluviale Elsa fanno parte di un progetto partecipativo organizzato dal Comitato Elsa Viva. “L’idea di creare una raccolta di album” spiega Marcello Sacco, presidente del Comitato Elsa Viva “è partita dal web: abbiamo notato, infatti, che tante persone, tra cui anche fotografi professionisti e amatoriali, postavano su Facebook delle foto del parco, riscontrando un discreto successo di pubblico. Nel tempo, però queste foto andavano perse: le foto sulle bacheche di Facebook oggi le vedi e domani non le vedi più. L’idea era, quindi, di provare a metterle insieme e renderle fruibili nel tempo, in un’apposita sezione ad esse dedicata. Un posto in cui possano essere sempre pronte all’uso, sia a livello promozionale che di sensibilizzazione delle persone, le quali spesso non colgono alcuni dettagli che solo le foto riescono a mostrare”.

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Obiettivo: creare almeno quattro album

Tutta l’attività di tutela e promozione del patrimonio ambientale portata avanti dal Comitato Elsa Viva ha natura partecipativa e questo progetto non è da meno. “Tutto quello che facciamo” racconta Sacco “è finalizzato da un lato alla tutela e promozione del Parco Fluviale e dall’altro alla partecipazione della cittadinanza per questi obiettivi. La partecipazione fa parte dell’identità del comitato. Per questo progetto abbiamo invitato tutti coloro che volevano condividere le loro foto con noi. Siamo stati molto fortunati perché abbiamo ricevuto subito il contributo di un fotografo molto bravo come Giovanni Cappelli, che ha condiviso alcune sue foto sulla fauna e siamo riusciti a pubblicare la prima raccolta, facendo un po’ di promozione e coinvolgendo altre persone che hanno foto significative sul Parco Fluviale”.

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Chiunque può partecipare. “All’appello” aggiunge Sacco “ha risposto un secondo fotografo, Marco Birigazzi. La pagina con le sue foto è quasi pronta, aspettiamo la sua approvazione e poi la pubblicheremo. La partecipazione, infatti, riguarda tutto il processo di costruzione dell’album: i fotografi ci prestano le loro foto ed è giusto che approvino anche la loro sistemazione in pagina prima della pubblicazione. Il mio obiettivo personale è arrivare ad avere almeno 4 o 5 album”.

Comitato Elsa Viva, tra tutela e promozione ambientale

Il progetto degli album fotografici nasce, quindi, con l’obiettivo di mettere in risalto le bellezze naturali del Parco Fluviale Elsa e si inserisce pienamente nella mission per cui è nato il Comitato Elsa Viva. “Il Comitato” racconta Marcello Sacco “è nato circa un anno e mezzo fa da alcune persone che condividevano la passione per il Parco Fluviale. Poi è emersa la situazione della centrale idroelettrica di Colle di Val d’Elsa e il comitato si è fatto tutore del Parco dell’Elsa rispetto a una centrale che avrebbe potuto alterare l’equilibrio naturale del parco stesso. Questa è stata la prima campagna di tutela che ci ha assorbito per almeno un anno. Ora che la situazione si è calmata e il parco è salvo, stiamo provando a far partire una serie di attività più promozionali, che purtroppo sono un po’ rallentate dal Covid”.

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Un altro obiettivo del Comitato Elsa Viva è quello di evitare il fenomeno del “turismo selvaggio” che si è verificato la scorsa estate, e che nel corso degli anni rischia di compromettere il patrimonio naturale del Parco Fluviale. Anche in questo caso è stata coinvolta la cittadinanza, proponendo un questionario su alcuni punti importanti per il parco. “Abbiamo raccolto più di duecento risposte” racconta Sacco “che abbiamo elaborato e inviato al sindaco e all’amministrazione comunale di Colle. Questi ultimi stanno elaborando un regolamento per la fruizione del Parco Fluviale e stanno prendendo in considerazione anche le risposte raccolte con il nostro questionario”.

Tutela del Parco Fluviale contro il turismo selvaggio

“Il parco non deve essere un ambiente di turismo selvaggio” spiega Marcello Sacco, sottolineando uno degli obiettivi di tutela portati avanti dal Comitato Elsa Viva. “Il parco” aggiunge il presidente del Comitato Elsa Viva “deve essere un’attrattiva naturalistica, deve essere aperto al pubblico, ma deve allontanarsi dall’idea del turismo di massa. Dovrebbe essere frequentato da persone che amano la natura, che fanno bird watching, dalle scolaresche, dai boy scout e da chi fa meditazione. Se d’estate il parco viene occupato da una bolgia di turisti mordi e fuggi che non fanno altro che fare il bagno, lasciare rifiuti, disturbare la natura e gli animali, non va bene. E’ un approccio che non ci piace. Il questionario conteneva dei riferimenti rispetto alla questione e la maggior parte delle risposte dei cittadini erano d’accordo con questa visione”.

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Parco Fluviale: da luogo dimenticato a meta di turismo di massa

Per molti anni il Parco Fluviale Elsa è stato quasi dimenticato dai colligiani e nel giro di poche stagioni, invece, è tornato quasi casualmente alla ribalta, attraendo centinaia di visitatori, non solo colligiani. “Il Parco Fluviale” racconta Sacco “è stato dimenticato per tanti anni da molti colligiani, tranne pochi appassionati che lo frequentavano. Da un lato è stato una fortuna perché ha lasciato la zona allo stato selvaggio preservandola da speculazioni, ma dall’altro lato è stato un male perché molti si approfittavano di questo posto per scaricare abusivamente e prelevare l’acqua abusivamente. Circa tre anni fa qualcuno è venuto nel Parco Fluviale Elsa, ha fatto delle foto e le ha caricate su un blog di turismo. Le foto sono piaciute e questo luogo è andato alla ribalta. La gente ha iniziato, da fuori, a venire al Parco Fluviale”.

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Questa situazione ha creato scompiglio. “I colligiani ancora non lo frequentavano” racconta Sacco “la gestione del parco non era pronta, e non lo è tuttora, ad affrontare questo nuovo flusso turistico. Intanto fuori Colle il Parco è sempre più conosciuto e attrare un numero sempre maggiore di visitatori. Questa estate il Parco era affollato, addirittura da visitatori che arrivano con pullman organizzati da agenzie turistiche. E’ necessario, a questo punto, che il Comune regoli e gestisca questo nuovo flusso turistico e deve farlo in fretta. L’estate è vicina e ancora non si sono viste azioni concrete. C’è bisogno di intervenire per promuovere il parco nel modo giusto, altrimenti si mette a rischio un patrimonio ambientale che impiegherebbe anni a ricrearsi”.

Educazione civica per tutelare il parco

L’obiettivo del Comitato Elsa Viva è quello di tutelare e promuovere il Parco Fluviale, ma trattandosi di un comitato civico la sua azione è limitata ad attività di consulenza e di educazione. “Non abbiamo il potere di fare regolamenti” spiega Marcello Sacco “e nemmeno di imporre certi comportamenti a chi frequenta il parco. Siamo un gruppo di cittadini che può solo sensibilizzare, cosa che stiamo tentando di fare con la pubblicazione di album fotografici emozionali. Il nostro lavoro di educazione civica è un modo di tutelare il parco. Un’altra cosa che stiamo tentando è di fare rete con tutte le associazioni. Ci sono tante associazioni di Colle che hanno iniziato a interessarsi al Parco Fluviale”.

“All’inizio” racconta Sacco “c’era solo l’Arcipesca che si interessava al parco. Oggi sono almeno cinque o sei le associazioni che includono quest’area nei loro progetti. Tra tutte ricordo l’associazione ‘Agorà’, che ha fatto delle pulizie e ha creato dei percorsi ecoturistici e l’associazione ‘Ricolleghiamo’, che ha organizzato dei concertini lungo le rive dell’Elsa e che adesso vuole realizzare dei pannelli informativi. Anche il Comune, nella progettazione del piano strutturale, ha ricollocato il Parco Fluviale come parte integrante della città, tramite la realizzazione di percorsi verdi che dal parco si collegano con i parchi urbani”.

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“Siamo anche in contatto” aggiunge Sacco “con il nuovo progetto di ‘Oltreconfine’, per il ‘Contratto di fiume’, che mette insieme i cinque comuni che si affacciano sull’Elsa per fare una gestione e promozione integrata di questo fiume. Come comitato siamo in dialogo costante con gli organizzatori di questo progetto, anche se i tempi sono stati rallentati dal Covid. Tutto questo rientra in un piano generale di tutela e valorizzazione del parco”.

Coinvolgere i giovani nel Parco Fluviale Elsa

Come qualsiasi patrimonio ambientale che si rispetti, anche il Parco Fluviale Elsa, per essere tutelato, deve poter contare su un progetto di educazione civica che coinvolga anche le giovani generazioni. “Uno dei nostri progetti” racconta Marcello Sacco “è quello di fare dei pieghevoli illustrativi sul Parco Fluviale e siamo già in contatto con le scuole superiori di Colle per farcele tradurre in inglese. Ci saranno degli esperti che scriveranno il testo, poi i ragazzi li tradurranno. Questo lavoro di traduzione non è fine a se stesso: traducendo i ragazzi vengono accattivati dai contenuti relativi a una realtà ambientale che dista poche centinaia di metri dalle scuole superiori di Colle. Questi pieghevoli entreranno poi nel circuito dell’informazione, verranno dati nelle scuole per divulgare le informazioni. L’Arcipesca, che attualmente gestisce il parco, organizza in situazioni normali delle visite con le scolaresche dentro al Parco Fluviale”.

“L’ideale” conclude Marcello Sacco “sarebbe di riuscire a preparare tutto e, quando il Covid lo permetterà, di iniziare a fare anche degli incontri pubblici. Quello che stiamo facendo ora è ‘arare e concimare il terreno’ e appena la situazione ce lo permetterà speriamo di vedere qualche germoglino che spunta, portando avanti le iniziative di persona”.

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