L’idea del giovane falegname e artista Luca Di Renzone

Una panchina da dedicare alla comunità di Rapolano, un tentativo di rafforzare la coesione tra le persone, con un simbolico arredo pensato per sedersi e riflettere. E’ questa l’idea di Luca Di Renzone, giovane falegname e artista nato a Poggibonsi ma cresciuto a Rapolano, per recuperare un albero secolare caduto in seguito al maltempo delle scorse settimane. Classe 1992, Luca oggi è titolare di un’azienda, la Retree, che si occupa di recupero del legname inutilizzato. Spesso in giro per il Paese e per il mondo, Luca ha deciso di investire una parte del suo tempo per ridare vita al legno di un albero che da secoli era presente a Rapolano e che altrimenti sarebbe diventato legna da ardere.

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L’albero secolare caduto a Rapolano e l’artista e falegname Luca Di Renzone

Il progetto della panchina per recuperare l’albero caduto

Il progetto di Luca si allinea perfettamente al suo percorso di studio e di carriera. “Mi sono diplomato come perito agrario” racconta Luca “e già durante gli studi mi sono appassionato al tree climbing e ho avuto l’occasione di vedere lo spreco che deriva da tante piante abbattute. Ho quindi pensato di recuperarle e, non appena finiti gli studi, ho aperto la mia segheria, dove mi occupo, appunto, di recupero delle piante”. L’azienda di Luca ha sede a Rapolano, ma il lavoro lo porta spesso a Roma e in giro per l’Italia e l’Europa. Il legame con il paese in cui è cresciuto, tuttavia, continua ad essere molto forte, anche se ha notato una carenza di coesione all’interno della comunità, riscontrabile soprattutto dai social.

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“Nei gruppi relativi al paese sui social” spiega Luca “ho notato una certa avversione verso l’amministrazione comunale. Commenti accusatori e privi di proposte per la comunità. Il mio progetto vuole rappresentare un modo per fare qualcosa per Rapolano: ho pensato alla grande opportunità fornita dalla caduta di una pianta secolare, che può essere recuperata per realizzare qualcosa per il paese”. Luca ha così deciso di acquistare la pianta direttamente dal proprietario e di creare un arredo per tutta la comunità. “Il mio progetto” racconta Luca “vuole essere un input per far capire ai cittadini di Rapolano che abbiamo un grande potenziale da sfruttare, fatto di artigianato, terme, commercio e molto altro. Vorrei dare un piccolo segnale sulla necessità di avere una maggiore coesione per il nostro Paese”.

Una panchina con legno di quercia

Un arredo urbano per rendere omaggio alla sua città e per dare un messaggio ai cittadini. Ma perché proprio la panchina? “Ho lavorato per due anni per un ragazzo di Roma” spiega Luca “che ricavava sculture dalle piante. Un vero artista del legno, dal quale ho imparato molto. Ho deciso di realizzare una panchina perché è un simbolo di riflessione: un luogo in cui sedersi e pensare a quello che hai intorno. Si tratta di un progetto teoricamente semplice, ma in realtà molto complesso”.

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Una delle difficoltà è data proprio dal tipo di legname. “L’albero secolare caduto” racconta Luca “è una quercia, un tipo di legno molto difficile da lavorare per le sue irregolarità, ma è proprio questo che lo rende unico”. Il suo progetto non prevede trattamenti speciali. “La comunità di Rapolano” aggiunge Luca “sceglierà dove collocarla, ma voglio lasciare la panchina il più naturale possibile. Il tipo di legname che utilizzerò ha tanti difetti, ma in questo modo può riacquistare nuova vita”.

Ridare vita a un albero secolare caduto

Il lavoro di Luca servirà proprio a dare nuova vita a una pianta che, come capita spesso, non è stata trattata nel modo giusto in questi anni. “Quando studiavo scienze forestali a Firenze” racconta Luca “abbiamo fatto una stima, prendendo a campione una serie di lavori, sulla probabilità delle piante di morire dopo la capitozzatura per le conifere e il seccare di branchie importanti sulle latifoglie quando non si eseguono tagli di ritorno. Questa stima superava in entrambi i casi l’80%. La cosa brutta è che la pianta tende comunque a vivere, perché la parte esterna del tronco, dove viaggia la linfa della pianta, è quella che dà vita”.

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“In questo modo” aggiunge Luca “non si vede che la pianta sta morendo, perché la parte interna secca, ma quest’ultima serve solo per struttura. Poi la pianta, con il vento, la neve e altri agenti atmosferici, si rompe e cade a terra. Questo succede perché non si usano pratiche giuste per la potatura nell’ambiente urbano”.

Un nuovo arredo urbano per Rapolano

La panchina che realizzerà Luca Di Renzone andrà ad ampliare l’arredo urbano di Rapolano con un oggetto artistico di falegnameria appositamente pensato per la comunità. Si tratta del primo progetto di questo tipo che Luca realizza per Rapolano, ma il giovane artista ha già avuto esperienze del genere in altri posti. “Devo ammettere” racconta Luca “che finora purtroppo non ho avuto occasioni per realizzare opere di arredo urbano per il mio paese. Tuttavia il recupero di piante è alla base della mia azienda, anche se i lavori di artigianato sono più richiesti altrove. Da quando ho aperto la mia azienda ho girato tutta l’Italia, sia per realizzare lavori che per trovare piante morte a cui ridare nuova vita, ma anche tavole inutilizzate e meno richieste”.

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Il progetto della panchina di Luca Di Renzone

La panchina sarà donata alla comunità di Rapolano, che Luca vuole sensibilizzare per un maggior senso di coesione. Inoltre il giovane artigiano lancia un monito per il trattamento delle piante: “E’ importante” sottolinea Luca “che le piante siano trattate nel modo giusto, rispettate e curate seguendo precisi metodi, altrimenti ne va della loro stessa vita e della sicurezza di tutti”.

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