Due anni di pandemia non solo non ci hanno resi migliori, ma ci hanno anche fatto perdere la memoria

Girare intorno al problema è piuttosto inutile, le strategie ci sono sempre state, fanno parte del Palio e iniziano ben prima della scelta dei dieci cavalli e del valzer delle monte. Bomboloni che non arrivano al Ceppo, cavalli esperti che non vengono portati, è tutto già visto, prima degli anni di pandemia, pandemia da dove evidentemente siamo usciti non solo non migliori ma anche senza memoria. Polemiche che cozzano con quel popolare detto “il Palio si fa anche coi cavalli del barroccio”.

Le dinamiche in gioco sono molte. Le contrade che corrono, un lotto non eclatante fa salire il peso dei “cioccolatini”. Che assumo una importanza decisionale immensa, e che poi permettono alle dirigenze di assecondare la richiesta dei popoli, spesso alla ricerca del nome. Quelle che non corrono, che cercano, come da sempre, di intervenire. Poi si ci sarà anche qualche fantino che appoggia l’uno o l’altro gruppo, vuoi perché se qualcuno ha vinto o padellato con qualche cavallo difficile o famoso, degli altri in pochi, forse vogliono raccogliere la sfida. Ma in linea di massima un fantino che può scegliere, sceglie quasi sempre cavalli che siano già garantiti. Quelli che non possono scegliere, beh monterebbero anche un miccio amiatino…

Ma anche questo, è sempre successo. I cavalli ci sono e ci saranno. Ed anche migliori sul punto di vista della preparazione e dell’approccio ad un meccanismo emotivamente così complesso come il Palio. Anni non troppo lontani sono stati quelli di assegnazioni dove nessuno saltava, e pochi conoscevano i nomi di tutti e dieci i soggetti.

Eppure siamo sopravvissuti ed è sopravvissuto il Palio. Magari falliranno quelli più conosciuti, magari spunterà un nome nuovo alla Remorex, magari sarà la volta di un nuovo Porto Alabe, che è bene ricordarlo è stato in lotti di ogni genere, scalando o scendendo posizioni, senza mai essere il bombolone assoluto.
Magari, al di là della puzza sotto il naso, qualche cavallo avrà, come era già accaduto per Remorex, qualche vantaggio dall’aver fatto qualche esperienza fuori porta.

Il rischio inesperienza potrà esserci ma mediato da due anni di attesa a cui nessun cavallo arriva impreparato.
Il Palio straordinario non è da assumere come un dogma assoluto. In quella occasione si trattava di un fine stagione fuori programma. Il Palio comunque, che finalmente, sta per tornare ad essere qualcosa di reale e tangibile, si correrà. E domenica, probabilmente, c’è da scommetterci, la polemica si sposterà sul cencio

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui