“Le richieste non sempre diventano soggiorno perchè le variabili sono aumentate in questi anni”
Dopo due anni di stop a causa della pandemia, a Siena si respira di nuovo l’atmosfera del Palio. Una tradizione fondamentale per la città, anche in termini di attrattiva per i turisti. Due estati senza Palio sono state quindi un grave danno anche per tutto il settore legato al turismo. Le strutture ricettive adesso possono tirare finalmente un sospiro di sollievo, anche se però non mancano le incognite. Per sapere com’è la situazione in vista del 2 luglio e del 16 agosto abbiamo intervistato Rossella Lezzi, presidente di Federalberghi Siena.
Le strutture alberghiere hanno già delle prenotazioni in vista del Palio? Ci sono dei dati?
“In centro storico abbiamo già richieste di prenotazioni. Ad oggi preferiamo essere precisi in quanto non sempre la prenotazione si trasforma in soggiorno, le variabili sono aumentate negli ultimi due anni, la gente ha paura di tutto e qualsiasi notizia su incidenza virus o similare crea disagi e arresta l’economia. Restiamo attendisti”.
Siena aveva bisogno del Palio sia per una questione sociale e di tradizione, ma anche per fattori economici?
“A suo tempo sono state molte le statistiche sull’economia della felicità e la capacità che questo stato emozionale ha sull’incremento o meno dei consumi. Tutto è collegato, per la città e per l’esterno. Sicuramente però abbiamo bisogno di comunicare meglio la meraviglia del Palio, delle sue tradizioni e del suo straordinario entusiasmo poiché purtroppo, ad oggi, ha preso più piede nell’opinione collettiva l’interesse per la salute dei cavalli. Tuttavia, se questo è comunque l’argomento più importante deve essere declinato in tutti i suoi aspetti, spiegato bene in modo che gli eventuali spettatori capiscano l’amore infinito che i senesi hanno per questi animali”.
La fine delle restrizioni e la primavera stanno aiutando la ripresa delle strutture ricettive?
“La fine delle restrizioni ha riportato sul territorio segmenti extra europei come sudamericani e americani. Questo per noi è fondamentale, pensare che il turismo di prossimità possa reggere a lungo è un’utopia. Per questo non dobbiamo accomodarci sui segmenti classici ma cercare nuovi ospiti interessati alle nostre terre. Se prima le tendenze potevano essere studiate nell’arco di sei mesi, adesso hanno subito una ulteriore accelerazione, si va di tre mesi in tre mesi. Inoltre i mezzi di comunicazione si fanno sempre più rapidi e immediati, gli opinion leader cambiano da Paese a Paese, quindi il tutto necessita di studi approfonditi e specifici: le tendenze e i loro cambiamenti possono essere comunque immediatamente testimoniati dagli operatori del settore ricettivo che per primi vengono a contatto con gli ospiti e con le loro esigenze. Da tempo abbiamo notato che le istituzioni e gli amministratori locali fanno tesoro delle nostre esperienze, Federalberghi Siena e provincia continuerà in questo scambio proficuo di trasferimento di cambiamenti delle tendenze dell’ospitalità”.