Sono le 20.15 quando i cavalli della finale entrano in campo.

Pusceddu in San Magno, Arri in San Bernardino, Sanna in San Martino e Zedde per Sant’Ambrogio.

Lo scontro annunciato da mesi tra Ares e Bighino si concretizza. Ci si arriva dopo due batterie che vedono a sopresa fuori dalla finale Legnarello con Atzeni nella prima e Siri in San Domenico nella seconda. Il tutto condito ed inframezzato dall’ estrazione a Siena mentre a Ferrara dopo alcune mosse false si parte e si arriva al fotofinish che sancisce la vittoria di Caria in San Giacomo.

Alla finale di Legnano arrivano con più energie San Magno e San Martino, i cavalli della seconda batteria hanno speso un poco di più.

Quando Bircolotti li mette al canapo è chiaro che è Pusceddu a guidare i giochi, prima si impegna in un girotondo contro Arri, poi tenta due partenze in cui schizza via ma Sant’Ambrogio rimane fermo. Quando finalmente mossa e strategia hanno lo stesso tempo di esecuzione è comunque San Magno a balzare in testa, dopo anni in cui, costretto dalla squalificato allora a vita, Pusceddu ha preparato i cavalli vincenti per altri, quest’ anno lo ha fatto per se con la consueta maestria. Star vola, la giubba pesante ed importante rossobiancorosso di San Magno sventola, dietro San Martino, ancora indietro Zedde e Arri, a cui finisce la benzina. Sant’Ambrogio ci prova, sferra l’attacco finale ma mancano davvero pochi metri e Pusceddu alza la frusta, di nuovo, dopo anni.

Durante le corse di addestramento aveva detto, proprio ai nostri microfoni, di sentirsi pronto per la contrada dei grandi. E così è stato, il crocione torna a San Magno dopo 11 anni, l’ultima vittoria era del 2011 con Atzeni, in San Magno.

Capitan Zanovello, al primo anno di reggenza, non sbaglia un colpo; scelte decise, sicurezza e tranquillità. Chissà se gli anni da blogger di Palio, insieme al suo addetto corsa Massimo Martina, non gli siamo serviti per affinare sensazioni ed impressioni, tattica e strategia e per capire che nel Palio, spesso, meno ci si inventa e più si ha ragione.

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

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