Palio -

Parlando di Palio, tra attese e speranze, il racconto di un sogno. Perché un giorno non troppo lontano, si possa tornare a guardarsi negli occhi

M’hanno detto che ci siamo.

Che a questo giro potrebbe esse’ vero, che forse unn’è più un sogno. M’hanno detto che ci posso spera’, che c’è qualcosa che si mòve, che se l’acqua va pe’ su’ fossi… E m’è presa la paura di sogna’ e di speracci davvero. Che poi, alla fine, se ci spero troppo, m’accorgo che unn’è vero.

E invece, soffiato tra ‘ vi’oli, ho sentito uno spiffero.

Qualcuno me l’ha soffiato all’orecchio e allora mi so’ sentito tutto trema’. Mi so’ nati i brividi da tutte le parti

e ho chiuso l’occhi.

M’è sembrato di senti’ qualcosa in lontananza, come il pesticcìo di scarpe sulla terra. Ma unn’è terra e basta, è tufo! Di quel giallo che ti fa brucia’ l’anima, che ti riempie testa e cuore. M’è sembrato di vedello, sdraiato nel Campo, ad abbraccia’ la Piazza.

E poi, sempre co’ l’occhi chiusi, m’è sembrato di senti’ l’ vento passammi addosso. Quello che si sente sotto la Torre, nell’ora più calda, quello che fugge via in un attimo e che ti si stianta addosso pe’ fatti respira’ ma che sparisce subito, che te nemmeno fai ‘n tempo a piglia’ una boccata d’aria. Ecco, m’è sembrato pe’ un attimo d’esse lì, quel giorno lì, in quella Piazza lì, ad aspetta’ quella bestia lì.

E l’ vento a fammi le ‘arezze.

E poi, co’ l’occhi chiusi, ho visto fazzoletti troppo grandi copri’ spalle piccine, ma dritte e fiere. Ho visto i cittini torna’ al loro posto, dove devano sta’, dove so’ liberi di sogna’ per loro e per i loro popoli. Ho visto i piccini riprendessi la vita e godessela come devano, co’ ‘l cuore gonfio d’amore e co’ i musini stupiti da tutto ‘sto ben di Dio che gli avevan tolto.

E a occhi chiusi, m’è ballato tutto il cuore.

E allora poi ho visto occhi sinceri e maturi, abbracciati da qualche ruga. Ho visto l’anziani arriva’ con calma, a passo lento, che qualcuno aveva paura di ‘un fa’ ‘n tempo a rivedello e invece, ora che tempo c’è, se lo vogliano gode’ tutto. E qualcuno no, unn’ha fatto in tempo. Ma a me, sempre a occhi chiusi, mi pare di vede’ anche loro, affacciati da qualche parte, a fa’ capolino dai merli di palazzo.

So’ sicuro, che ci so’ anche loro.

Co’ l’occhi chiusi, m’è sembrato di senti’ canta’. Un canto rabbioso, liberatorio, uno scoppio di voci e lacrime e tra le parole, quel canto diceva “ovvìa, sei tornato! Ce l’hanno ridato!”

Allora ho aperto l’occhi e mi so’ visto per me, da anni messo lì, in un cantuccio, a vive’ nelle speranze e nei ricordi, a resiste’ al fato e alla legge, alla storia e alle su’ bizze, al tempo che è passato lento e inesorabile. Ma io so’ sempre qui, non me ne so’ mai andato.

E chissà se, stavolta…

Si torna a guardassi davvero.

Co’ l’occhi aperti.

Con amore mai spento,

Il Palio

Arianna Falchi
Penna e cuore, dal 1991. Credo nella potenza delle parole, unica arma di cui non potrei mai fare a meno. Finisco a scrivere sui giornali un po' per caso, ma è quella casualità che alla fine diventa 'casa' e ho finito per arredarla a mio gusto. Sono esattamente dove vorrei essere. Ovvero, ovunque ci sia qualcuno disposto a leggermi.

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