“Siena ha perso una grande opportunità: quindici milioni di euro di investimento e 50 posti di lavoro”

Ventisei camere di lusso, un percorso museale, due giardini, uno spazio aperto, una hall con vetrata e serra, un altro giardino pensile, una spa e un ristorante aperti a tutti e un passaggio da via Pantaneto fino all’interno della struttura. Era questo il progetto per Palazzo Sozzini Malavolti, l’immobile peraltro oggetto domenica mattina di un crollo di una parte della facciata e che era stato oggetto di una trattativa con un grande gruppo imprenditoriale, che aveva individuato la struttura per realizzare un albergo di lusso. Quindici milioni di euro di investimento complessivo, creazione di 50 posti di lavoro, utilizzo delle aziende locali per il restauro della struttura per 18 mesi di cantiere. Sul caso è intervenuto anche l‘assessore al commercio e turismo Alberto Tirelli.

E’ stata però la Sovrintendenza a bloccare il progetto. Il sovrintendente attuale è l’architetto Esmeralda Valente che da poche settimane ha sostituito Andrea Muzzi. “Siena ha perso un’opportunità di crescita importante e anche nuovi posti di lavoro”. Francesco La Commare, presidente degli agenti immobiliari Fiaip di Siena, commenta in maniera amara la vicenda relativa al Palazzo Sozzini Malavolti. “Mi è stata raccontata la questione – specifica – da un nostro iscritto e credo che sia stata persa una bella opportunità. Serve maggiore elasticità, non possiamo solo conservare, così si ingessa la città”.

Il gruppo (il progetto era firmato Lario Hotels, gruppo della famiglia Passera), secondo quanto ricostruito, ha fatto diversi sopralluoghi in città, preso contatti con la proprietà e poi visitato il Palazzo con una folta delegazione formata dai vertici della società, dai progettisti e dagli investitori. Una volta recepito che il Palazzo Sozzini Malavolti poteva essere l’investimento giusto, si è deciso di prendere contatti con l’amministrazione. “Si sarebbe trattato – dice il presidente – di un albergo extra lusso totalmente aperto alla città, per far entrare la città dentro al palazzo e non viceversa: questa è la mentalità del gruppo e anche per questo sarebbe stato mantenuto un percorso museale aperto al pubblico, oltre a giardini, spazi pubblici, una spa e un ristorante aperte aperti”.

Previste 50 assunzioni di senesi. “Non solo – sottolinea La Commare – l’intervento di recupero sarebbe durato circa 18 mesi, con maestranze locali, perché il gruppo ritiene che siano questi i professionisti in grado di trattare i materiali del territorio”. “Quando l’agente – prosegue La Commare – ha visto la tipologia di clienti, ha pensato che fosse corretto coinvolgere le massime autorità per informarle di questo investimento, per questo sono stati previsti incontri con l’amministrazione comunale, sindaco, assessori competenti e uffici tecnici. Al Comune è stato esposto il progetto e l’amministrazione lo ha immediatamente sposato, perché veniva incontro alle esigenze della città, compreso il mantenimento della funzione pubblica, che comprendeva la tutela dell’immobile e la sua valorizzazione. Per questo il Comune si è messo subito a disposizione per accorciare, per quanto possibile, l’iter burocratico. Da quel momento si è attivato il coinvolgimento della sovrintendenza: sono stati prodotti anche documenti, attraverso studi legali, che illustravano come fosse mantenuta la suddetta funzione pubblica, con gli spazi museali adeguati e quant’altro, oltre al recupero di un volume sostanzialmente abbandonato. Durante l’incontro fatto a fine anno scorso in sovrintendenza, però, gli uffici hanno subito scosso la testa, riservandosi di dare risposta ufficiale entro una quindicina di giorni”.

La risposta è però arrivata solo a fine gennaio e solo dietro un sollecito ulteriore da parte dell’agente immobiliare. “Gli investitori – dice ancora La Commare – che avrebbero messo sul piato una cifra importante (15 milioni di euro, ndr) sono stati liquidati con una mail di poche righe e stupisce anche il fatto che non si sia voluto fare alcuna apertura, mentre il progetto presentato era modificabile a seconda delle esigenze. Un vero peccato, la famiglia ha fatto altre scelte e so che in altre città non solo si è andati avanti con l’acquisto di immobili, ma sono già partiti i lavori. A Siena si era ipotizzato l’apertura per fine 2022-inizio 2023”.

“Purtroppo – conclude il presidente degli agenti immobiliari – questo non è l’unico caso. La sovrintendenza sta ingessando la città, magari facendo un ottimo lavoro dal punto di vista della conservazione, ma non c’è l’elasticità di capire che bisogna andare incontro alle esigenze di Siena, per farla crescere, dare posti di lavoro. Non si può solo fare conservazione, ma valorizzare. Come  presidente degli agente immobiliari auspico che la nuova sovrintendete possa raccogliere questa eredità difficile e che possa veramente dare uno sprint diverso ai suoi funzionari e dirigenti. Auspico che possa esserci presto un incontro con il sottoscritto e con il Comune per vedere se ci sono margini”. 

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