Nannizzi: “Nessun problema di principio sull’obbligo di accettare pagamenti elettronici, chiediamo accortezze per determinate categorie”

Pos o non Pos? Pos solo a determinate condizioni? Solo sopra una certa cifra? Pos obbligatorio solo per alcune attività? È questa la polemica che da molto tiene banco sulla scena nazionale e sembra dividere in due la popolazione. “Per noi non esiste un problema del Pos – afferma deciso Leonardo Nannizzi, presidente di Confesercenti Siena, spiazzando le aspettative e i dogmi in merito al circo mediatico creatosi intorno all’argomento.

“Per noi non esiste un problema del Pos. La querelle che è scaturita nei talk show televisivi, nelle radio e quant’altro è una querelle fatta dalla stampa, cui magari partecipa qualche commerciante che si discosta dalla linea della stragrande maggior parte degli esercenti. Nessun commerciante manderà mai indietro qualcuno che vuole pagare col bancomat o con la carta di credito. – Garantisce Nannizzi, che incalza – con questo chiaro di luna si potrebbe mandar via un cliente perché ha fatto una spesa inferiore a una qualsiasi cifra e vuole pagare con la carta? Ma via, è un ragionamento a dir poco contorto”.

Insomma, con la pandemia che ancora fa sentire i suoi strascichi, la guerra in Europa, le annesse difficoltà di reperimento dell’energia e di contenimento dei prezzi e l’inflazione, la questione nel merito circa la giustezza dell’obbligo di accettare pagamenti elettronici per gli esercenti, sembra passare nettamente in secondo piano. “Il commerciante è perfettamente consapevole del fatto che il pagamento elettronico sia un bene per molti motivi; per l’evasione, per la sicurezza propria (che non entrino dentro a rubare l’incasso), per la tracciabilità e per molti altri motivi – ha detto Nannizzi.

Quindi? Va bene così? Niente da aggiungere sulle norme introdotte quest’anno? Dall’obbligo di accettare i pagamenti elettronici alla volontà di mettere un tetto minimo al loro uso? Non proprio. “Il vero problema è che, seppure oggi si può contrattare le commissioni su vari circuiti, alcuni piccoli negozi con scarso volume di affari non hanno potere contrattuale, e sono quindi costretti a subire quello che le banche gli impongono come commissioni. – Spiega Nannizzi – alcuni tassi sulle commissioni superano l’uno e mezzo percento, su ogni cifra battuta. Ora, ci sono categorie lavorative e di commercio come bar, tabacchi (che paga il monopolio di stato), benzinai (che hanno un guadagno irrisorio di pochi centesimi per litro di benzina), che sentono in modo particolare il peso delle commissioni bancarie sui pagamenti elettronici. Chiediamo che vengano presi provvedimenti in tal senso. Dopodiché si potrà fissare una cifra di spesa, uguale per tutti i negozi, al di sotto di cui il commerciante non deve pagare commissioni bancarie”.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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