Piazza del campo

Nominare Siena, il più delle volte, corrisponde ad associarla ad una delle più famose manifestazioni a livello nazionale, in grado non solo di perdurare nel corso degli anni ma di continuare ad attrarre migliaia di persone dall’Italia ma anche dall’estero: il Palio. Con radici che potrebbero affondare nel Medioevo, quello del Palio non rappresenta soltanto un evento che riesce a mantenere vivo l’interesse dei semplici spettatori e dei partecipanti, divisi in contrade, ma anche un chiaro esempio di come qualcosa di così tradizionale riesca a persistere. Il Palio di Siena si svolge ogni anno, rispettivamente il 2 luglio e il 16 agosto.

Ovviamente i giochi tradizionali nel tempo sono costretti a cedere il passo allo svago e all’intrattenimento in formato digitale, si pensi ad esempio alle sale da gioco in un casinò online con un croupier dal vivo, al mondo dei videogiochi in continua evoluzione, all’avanzata di social come Twitch, una piattaforma particolarmente apprezzata dai gamer. Città come Siena, fin dai tempi antichi abituate a mettere in scena divertimenti pubblici, sono fortemente legate alla tradizione e a preferire i giochi di persona. Vediamo quali erano e quali sono quelli che hanno resistito nel corso degli anni fino ad arrivare ai nostri giorni.

Gioco che è stato proibito dopo l’edizione del 1261 a causa degli scontri cruenti ai quali dava spesso vita, è quello dell’Elmora o dei cestarelli: gli uomini del Terzo Città si contrapponevano a quelli di San Martino e Camollia ed eseguivano un finto combattimento con armi di legno e scudi di vimini intrecciati.

Un altro gioco bellico che, tuttavia, non riscosse molto successo fu quello dei Giorgiani, chiamato anche i Juvenali. Ripercorrendo i racconti degli storici sulla lotta tra San Giorgio, dal quale il gioco prende il nome, ed il dragone, in cui si rievocava la battaglia vinta dai dall’esercito cittadino, un gruppo di persone, armate di spade di legno e vestite con corazza ed elmo, doveva difendere un fortilizio da un altro gruppo che imitava l’attacco della bestia.

Simili per caratteristiche erano i giochi di Pugna e Pallonata, quest’ultimo ideato come variante del primo e giocato nel giorno di Santo Stefano. Nella pugna, che vedeva contrapporsi ancora una volta gli schieramenti di Terzo Città e San Martino e Camollia, si verificava una lotta a mani nude mentre nella pallonata fu aggiunto come obiettivo quello di tirare un pallone nella porta avversaria: un mix di calcio e rugby.

Altre tipologie di palio sono quelle delle Bufalate e delle Asinate. Così come richiamano i nomi, nel primo a correre erano delle bufale, accompagnate da un fantino, mentre nel secondo il posto veniva lasciato agli asini. In entrambe le versioni lo scopo era quello di far compiere un numero di giri della pista agli animali. Così come è avvenuto per il maggior numero di giochi, che si tratti di quelli da tavola o di carte, anche per il palio esiste una versione digitale: potrebbe essere un metodo per favorire la diffusione di questa secolare tradizione anche all’estero, ad ulteriore riprova che tradizione e digitale non sono per forza in contrapposizione ma possono anche coesistere.

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