Ecco come la domenica sulla neve che desiderate trascorrere rischia di trasformarsi in un giro a vuoto

Perché non passare una bella domenica di sole a sciare sull’Amiata? Sono stati in tanti, tantissimi quelli che anche nello scorso week end hanno fatto questa considerazione. Di fatto a pochi chilometri da Siena (o anche da Grosseto), la vetta innevata é così invitante e non capita spesso che le precipitazioni siano così consistenti. Per questo sono stati molti quelli che, anche negli ultimi giorni, hanno messo la sveglia presto anche di domenica mattina per arrivare in tempo sulle piste.


L’Amiata é infatti da decenni meta prediletta del turismo giornaliero senese e grossetano, che si tratti di sciare, di visitare i Bagni di San Filippo o semplicemente andare a pranzo ad Abbadia San Salvatore (città storicamente legata a Siena): è sempre un piacere guidare fra i castagneti e i lecceti del Monte, specie quando sono innevati.


Nonostante però l’Amiata sia a due passi dalla città, non sono pochi i problemi e le complicazioni cui rischia di andare in contro chi, di questi tempi, decida di avventurarsi fino in vetta per passare una giornata sulla neve. Infatti, i grandi numeri di presenze registrati in queste ultime due settimane dal turismo amiatino nascondono una realtà più complessa, prontamente annotata da tanti commenti sui social e che ci è stata segnalata anche da diversi lettori.

In molti hanno deciso di “scalare” l’Amiata, pochissimi quelli che possono dire di esser riusciti a parcheggiare (o anche solo ad arrivare in macchina) fino alle Macinaie, e ancora meno quelli che sono riusciti ad affittare un paio di sci, uno slittino o anche solo a mangiare un panino sulla neve. La situazione che si é venuta a creare nell’ultimo weekend in vetta, quando centinaia di macchine incolonnate marciavano lente, senza riuscire a trovare un parcheggio né qualcuno che sapesse dare indicazioni chiare, rischia di essere pericolosa, oltre che molto frustrante per i più e poco conveniente per i tanti operatori che pure hanno atteso la neve e il turismo da settimane.
Quando ci sono troppe macchine in un posto che può contenerne meno, specie se la strada é in alcuni punti ghiacciata, i problemi sono dietro l’angolo, e per fortuna che ancora l’angolo non l’abbiamo girato, contando fin ora solo qualche tamponamento.


Ma il problema non può essere ridotto ai parcheggi, la cui scarsità ha generato la sosta selvaggia sui lati della carreggiata (succede da anni sull’Amiata, ma poche volte si era visto su una scala così grande) e quindi lo spostamento di centinaia di persone in tuta da sci in mezzo al traffico bloccato. Il problema é dato anche l’inefficienza degli impianti, ormai pochi, datati e troppo piccoli per garantire un servizio di qualità a un’utenza così larga. Ma anche i bar, come chi affitta tavole, slittini e sci si sono fatti trovare abbastanza impreparati di fronte alla folla di turisti, nel secondo caso registrando il tutto esaurito già alle 10 di mattina.


Insomma, quello che sarebbe dovuto essere un fine settimana di relax e divertimento per molti si é trasformato in un’odissea non sempre a lieto fine, visto che in tanti hanno dovuto rinunciare e tornare a casa a mani vuote.
Sarebbe importante che tutti gli attori, dagli enti istituzionali alle associazioni di categoria, passando per gli operatori economici riflettessero su questi aspetti, attivando un dibattito che non può e non deve essere leagto solo alle nevicate, ma anche a un nuovo “brand” del Monte Amiata.

Eleonora Rosi
Sono una giovane studentessa della facoltà magistrale di Lettere, maremmana di nascita, ho lasciato l'Argentario da quattro anni per vivere e studiare a Siena. Mi interesso di politica, ambiente e attualità, con il proposito di capire e raccontare la cronaca di un territorio tanto antico e ricco di storia quanto vivo e vitale come quello senese.

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