Un laboratorio idroponico per sviluppare soluzioni di coltivazioni innovative e sostenibili
Il Santa Chiara Lab è da anni una realtà d’eccellenza nel campo dell’innovazione e della sostenibilità, una fucina d’idee d’avanguardia e di sperimentazioni sul campo. Qui i cartelloni recanti i Sustainable Development Goals (SDG), i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda europea 2030, campeggiano sui muri ed è praticamente impossibile ignorarli. Infatti, come spiega Angelo Riccaboni, presidente del Centro: “Il Santa Chiara Lab è molto impegnato sui temi dei sistemi agroalimentari sostenibili, sperimentiamo soluzioni e lavoriamo con la Fondazione Monte dei Paschi nel progetto Siena Food Lab, e avevamo bisogno anche di un laboratorio in cui alcune soluzioni si potessero sperimentare. Questo, che è il quarto laboratorio tecnologico del Santa Chiara Lab servirà proprio a questo, individuare soluzioni da portare poi nelle aziende del proprio territorio”.
Il laboratorio idroponico è nato da un progetto finanziato dal Ministero prima che scattasse l’emergenza Covid-19, che ha rallentato fino ad oggi la sua messa a regime. Il laboratorio idroponico mette a disposizione di studenti e ricercatori un luogo in cui poter fare ricerca e innovazione circa la produzione sostenibile di cibo, che è uno solo degli obiettivi 2030 ma che ha una straordinaria importanza per il nostro Paese e per il Pianeta.
Per il rettore Francesco Frati: “L’obiettivo è quello di contribuire alla ricerca, all’innovazione nel campo delle colture agricole. Si tratta di un laboratorio che sperimenta nuovi modi di coltivazione, che possono aiutarci a raggiungere una maggiore efficienza nella produzione di vegetali, e quindi di cibo. – E aggiunge che: “Questo laboratorio può rappresentare per tutti i nostri studenti, ma anche per i nostri docenti, uno straordinario strumento di ricerca e innovazione nel campo delle produzioni agricole”.
“I nostri studiosi, insieme a quelli dell’Orto Botanico (perché l’iniziativa avviene insieme all’Orto Botanico) – precisa Riccaboni – sperimenteranno diverse soluzioni alternative, misureranno le crescite, ci saranno tesi di laurea, articoli, passaggi in azienda; insomma, diventa un piccolo ecosistema per vedere come possiamo coltivare meglio”. Buone pratiche, sviluppate in fase sperimentale, che saranno diffuse attraverso i canali della ricerca scientifica, ma anche attraverso i rapporti con le aziende e le realtà del territorio, affinché possano costituire un’avanguardia del cambiamento.
Le interviste al rettore dell’Università di Siena Francesco Frati e al Presidente del Santa Chiara Lab Angelo Riccaboni.