Dal 16 gennaio le nuove regole: ecco tutte le ipotesi

Nuovo Dpcm in arrivo, dal 16 gennaio ecco ulteriori misure e regole per arginare la diffusione del coronavirus. La stretta, dopo il decreto covid, prenderà forma in questi giorni. Sotto i riflettori, spostamenti, bar, ristoranti, negozi. Attenzione anche a piscine e palestre. Mercoledì 13 gennaio, alla Camera, si presenterà il ministro della Salute Roberto Speranza: in Aula, si legge sul sito della Camera, “avranno luogo le Comunicazioni del Ministro della Salute sulle ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza Covid-19”. Speranza, al Corriere della Sera, ha già spiegato che il nuovo Dpcm “manterrà l’attenzione al rigore, con misure di contenimento significative”.

E’ ufficiale che la Toscana, da domani, torni in zona gialla. Fin dal prossimo week end, però, c’è da capire come si muoverà il governo.

Le ipotesi

Le ipotesi ricalcano le indiscrezioni apparse alcuni giorni fa, al momento dell’entrata in vigore la così detta “zona gialla rinforzata”.

Bar e ristoranti potrebbero essere interessati da misure anche in zona gialla. Per gli spostamenti nella zona arancione, si potrebbe mantenere la regola che consente di uscire dai comuni con meno di 5000 abitanti che permette di allontanarsi per 30 km senza raggiungere il capoluogo di provincia. Non è escluso lo stop ai trasferimenti tra regioni, a prescindere dal colore, se non per motivi di salute, di lavoro o per urgenze.

Il quadro è stato già parzialmente delineato dall’ordinanza che è entrata in vigore oggi e che sancirà la permanenza di 5 regioni in zona arancione al termine del weekend che, in base al decreto covid, prevede ‘regole arancioni’ per tutta Italia. Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto non cambieranno zona domani, mentre la Toscana sarà in zona gialla. Le nuove regole relative alla valutazione dell’Rt (con ingresso in zona arancione se si supera la soglia di 1) lasciano ipotizzare restrizioni eventuali anche per altre regioni. 

Resta poi la questione week end, come detto: è possibile che il governo adotti misure a tappetto per evitare assembramenti il sabato e la domenica, con chiusure di centri commerciali, bar e ristoranti in tutta la Penisola a prescindere dalla zona in cui si trova la regione.

Stato d’emergenza

Primo aspetto: lo stato d’emergenza: nella conferenza stampa di fine anno a Villa Madama, il premier Conte si è detto pronto a prorogare di altri sei mesi, ovvero fino al 31 luglio, lo stato d’emergenza dopo la proroga del 31 ottobre fino al 31 gennaio. Sul tavolo ci sarebbero due opzioni: il 31 marzo e il 31 luglio. Palazzo Chigi ritiene che la scelta giusta sia prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 luglio, ovvero l’ultima a disposizione visto che secondo il Codice della Protezione Civile che lo regola lo stato d’emergenza è prorogabile solo di 12 mesi e poi di altri 12, ma questo non vuol dire che possa durare per due anni: la seconda proroga va conteggiata rispetto alla prima, che è arrivata il 31 luglio 2020. 

Nuovo Dpcm

Poi c’è il decreto legge e/o il nuovo Dpcm in arrivo entro il 15 gennaio. La modalità da utilizzare è ancora aperta per una questione di gerarchia delle fonti: così come all’inizio di gennaio è stata abbandonata l’ipotesi di usare un’ordinanza del ministero della Salute per cambiare le regole sugli spostamenti perché per farlo era necessario un decreto legge, allo stesso modo prima bisognerà decidere il contenuto dei provvedimenti che dovranno entrare in vigore dopo il 15 gennaio e poi si potrà scegliere quale strumento legislativo da utilizzare. In ogni caso nel nuovo provvedimento il governo pensa di estendere il sistema delle fasce con la modifica del parametro dell’indice di contagio che permetterà di portare in zona arancioni le regioni con Rt a 1 ma soltanto se nel territorio si manifesta una certa incidenza dei contagi superiore ogni 100mila abitanti. Questo parametro è stato introdotto per evitare che regioni con una circolazione virale bassa possano invece finire in arancione a causa di singolo episodio di aumento dell’Rt. La zona rossa invece scatterà quando l’indice di contagio supererà quota 1,25 (sempre con la clausola dell’incidenza dei contagi). 

Fermo restando che una delle questioni riguarderà la scuola superiore (in linea teorico si dovrebbe arrivare al 75 per cento di lezioni in presenza) e che tutto dipenderà dagli indici di contagio dei prossimi giorni, ci sono tutta una serie di ipotesi per le prossime settimane.

Coprifuoco e zona bianca

Nelle nuove norme dovrebbe sopravvivere la deroga per due persone che possono, con i figli minori di 14 anni ed eventuali disabili, farsi ospitare da altri rispettando il coprifuoco (che rimarrà in vigore dalle 22 alle 5) oppure rimanere in pernottamento. E dovrebbe esordire anche la zona bianca proposta dal ministro della Cultura Dario Franceschini dove, secondo il poco che si sa fino ad oggi: non dovrebbe essere in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 (altrimenti non avrebbe senso tenere aperti bar e ristoranti);

– non dovrebbero esserci limitazioni all’apertura e al servizio di bar, ristoranti, pub, locali pubblici in generale; 

– dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili a quelle introdotte durante il primo lockdown, palestre e piscine attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e dello Sport;

– dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili  a quelle introdotte durante il primo lockdown, musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e della Cultura. 

Per quanto riguarda i parametri per rientrare in zona bianca, sono in ballo due indicatori: l’indice di contagio Rt, che il governo ha già in mente di modificare per l’accesso in zona arancione o rossa portandolo rispettivamente a maggiore di 1 e maggiore di 1,25, oppure l’incidenza dei casi ogni centomila abitanti. Possiamo immaginare un Rt inferiore a 0,50 per far scattare la zona bianca. Attualmente tutte le regioni sono però lontanissime da questi parametri. 

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