Bivona scrive al cda: “Il 23 settembre scade il termine per promuovere l’azione di annullabilità del contratto perfezionato tra Banca Monte dei Paschi di Siena e Nomura”

Nuova lettera di Giuseppe Bivona, rappresentante della BlueBell Partners, piccola azionista di Mps. Dopo le missive spedite nelle scorse settimane al cda relative all’azione di responsabilità per Alessandro Profumo, al governo sulle azioni relative a Rocca Salimbeni, ancora al cda e a Consob sulla semestrale, è di questi giorni la lettera che ha per oggetto l’ “annullabilità dell’accordo transattivo di Mps con Nomura”.

Bivona fa riferimento al fatto che “il 23 settembre scade il termine per promuovere l’azione di annullabilità del contratto perfezionato tra Banca Monte dei Paschi di Siena e Nomura il 23 settembre 2015. Il suddetto contratto – al pari dell’accordo gemello sottoscritto con Deutsche Bank nel dicembre 2013 – fu concluso dagli allora amministratori in danno alla Banca posto che con quell’accordo: Mpssi impegnò a rinunciare all’azione per danni quantificati in euro 700 milioni di euro che aveva promosso contro Nomura nel marzo 2013 (RG 3678/2013, Tribunale di Firenze); Mps si impegnò a versare a Nomura la somma di euro 359 milioni di euro per chiudere anticipatamente operazioni (illecite) concluse nel 2009 con cui MPS e Nomura avevano negoziato un Credit Default Swap (3 miliardi di euro, scadenza 2034) fraudolentemente contabilizzato come investimenti in Titoli di Stato al fine di occultare le perdite di altre operazioni (Alexandria3). Mps non avrebbe dovuto pagare nemmeno un centesimo per chiudere anticipatamente contratti pacificamente nulli in quanto la causa era illecita (articolo 1343 c.c.), in quanto condotti in frode alla legge (articolo 1344) ed in quanto il motivo illecito era comune ad entrambi i contraenti (articolo 1345 c.c.); Mps si impegnò a non proporre azione di rivalsa e regresso nei confronti di Nomura ove Mps fosse stata oggetto di richieste risarcitorie aventi come fatto presupposto l’operazione (illecita) oggetto dell’accordo transattivo”.

“A fronte di queste evidenze – si legge ancora – , in una banca appena normale, sarebbe preciso obbligo degli amministratori assicurarsi che l’azione di annullabilità del contratto sottoscritto con Nomura non sia prescritta il prossimo 23 settembre. D’altra parte visto il recente precedente con cui l’attuale Consiglio d’Amministrazione ha deliberato di non interrompere i termini della prescrizione dell’azione di responsabilità nei confronti dell’ex Presidente Profumo oggi a processo, non ci si può più stupire di nulla (pensate di chiedere un parere legale ai soliti studi legali anche su questo? Volete che Vi anticipo gli studi da incaricare ed il prevedibile contenuto?)”.

“Personalmente – continua Bivona – trovo incredibile che nella situazione così precaria in cui versa la Banca, anche questo
Consiglio d’Amministrazione agendo in continuità con il precedente si rifiuti di avviare l’unico piano da adottare per salvare Mps dal baratro a cui si sta avvicinando a passi veloci: impugnare gli accordi transattivi sottoscritti con Deutsche Bank (dicembre 2013) e Nomura (settembre 2015); avviare un’azione per danni nei confronti delle banche estere per non meno di 7,8 miliardi di euro”.

“Naturalmente – conclude Bivona – occorrerebbe promuovere azione di responsabilità contro gli amministratori di Mps che in concreto decisero e/o sottoscrissero nel 2013 e 2015 quegli (scellerati) accordi transattivi cagionando un danno al patrimonio della Banca pari a 7,8 miliardi, esattamente il danno di cui occorre rivalersi. D’altra parte comprendo perfettamente che non sia possibile tutelare allo stesso tempo gli interessi della Banca impedendone il fallimento e gli interessi particolari delle banche estere e degli amministratori che sottoscrissero gli accordi transattivi, anche se non comprendo affatto (o fingo di non comprendere) per quale motivo la Vostra scelta non dovrebbe essere obbligata”.