Nata come risposta al bisogno dell’autismo e della disabilità sul territorio, adesso Tabit diventa una cooperativa sociale e vuole farsi conoscere anche per altri aspetti
Il centro psicopedagogico Tabit diventa una cooperativa sociale. L’idea, come ha raccontato la presidente Claudia Rossi Paccani è quella di: “Creare innovazione sociale, reti con altre associazioni del territorio e supportare le famiglie” ma non solo.
“Tabit -ha spiegato la presidente- è un un laboratorio di apprendimento per bambini e ragazzi che necessitano di potenziare le abilità e le competenze comunicative, sociali ed emotive”. Per questo può vantare il supporto di un ampio team multidisciplinare di esperti.
Ma come è nato tutto? “La mia idea di innovazione sociale -racconta Paccani- nasce all’università durante il percorso di formazione in psicologia e in analisi applicata del comportamento, per poter lavorare con la disabilità e i bisogni educativi sociali. La visione dell’auto-imprenditorialità si è rafforzata incontrando le mie attuali socie, una logopedista, una educatrice e una pet therapist”.
Ma è rispondendo alle necessità delle famiglie senesi che nasce il centro psicopedagogico: “Il progetto nasce dalla richiesta del territorio, volevamo inserire terapie di tipo cognitivo comportamentali che non erano ancora presenti ma che venivano richieste dalle famiglie senesi. Abbiamo quindi operato prima come libere professioniste poi, abbiamo costruito reti con altre realtà. Siamo riuscite così a mettere insieme la cooperativa sociale”.
Oggi però l’intenzione è quella di farsi conoscere anche da un altro punto di vista: “Siamo nate come risposta al bisogno dell’autismo e disabilità intellettiva sul territorio e per la collaborazione con l’associazione Piccolo Principe. Ma ci occupiamo anche di bisogni educativi sociali, ci piacerebbe ci conoscessero anche per questo”.
Anche perché, come sottolinea la presidente: “Nascendo come cooperativa, l’intenzione è di portare qualcosa di nuovo a supporto delle famiglie del territorio. Abbiamo ad esempio creato un progetto di avviamento allo sport in collaborazione con l’associazione Primo Salto e un altro con il Santa Maria della Scala per l’accessibilità ai musei“.
“Per il 2021 -conclude- vorremmo far partire un progetto più strutturato per i giovani adulti con disabilità, quello di avviamento al lavoro, è un sogno grande per la nostra utenza. Ci piacerebbe anche continuare ad investire sull’intervento intensivo precoce integrandolo con la figura di uno psicomotricista”.