Lunedì scorso un uomo ha avuto un malore in centro ed è poi morto in ospedale. Il gruppo Oikos-Lab ha scritto una lettera per spiegare che le cose sarebbero potute andare diversamente se il DAE per il primo soccorso fosse stato funzionante
Qualche giorno fa un uomo ha avuto un malore in centro a Siena ed è in seguito deceduto in ospedale. Vani sono stati i primi soccorsi sul posto, che non sono quindi bastati a salvargli la vita. A tal proposito però pubblichiamo la lettera del gruppo Oikos-Lab.i Unisi, che denunciano il mancato funzionamento di uno dei defibrillatori usati per prestare i primi soccorsi all’uomo.
“Noi di Oikos-Lab.i, gruppo universitario, scriviamo questa lettera per portare all’attenzione dei cittadini una storia tragica, una di quelle che non vorremmo mai sentire. Una storia che, invece, abbiamo vissuto quasi in prima persona. Riportiamo, infatti, l’esperienza, terribile, capitata ad un nostro rappresentante del corso di medicina, e capogruppo al consiglio studentesco della lista Oikos-Lab.i, che si trovava in Piazza del Campo nel pomeriggio di lunedì 1° novembre.
Camminando, il ragazzo si accorge del malore di un uomo, che si accascia a terra, chiama il 118 e contestualmente inizia tutte le manovre di primo soccorso insegnategli durante i suoi studi. Durante le manovre di RCP la centrale operativa gli comunica la presenza di un DAE nelle vicinanze e l’immediata attivazione del dispositivo.
Un passante si affretta a recuperare materialmente l’apparecchiatura: peccato, però, che, una volta portata sul luogo dell’intervento e posizionata secondo le istruzioni, questa risulti scarica, quindi inutilizzabile.
I cinque minuti entro i quali si raccomanda l’intervento, a questo punto, sono passati. Uno dei presenti, in collegamento telefonico con il 118, comunica quanto sta accadendo ai sanitari in linea che sollecitano l’intervento dei soccorsi specializzati, ma che in quel momento hanno dei tempi di gestione decisamente più lunghi del previsto.
Il caso ha voluto che sul posto arrivasse una pattuglia della Polizia di Stato che, oltre a constatare il malfunzionamento del primo DAE, si affretta a recuperarne un secondo, dislocato in un punto più lontano, riuscendo, così, a permettere a chi stava effettuando il massaggio cardiaco, mai sospeso dall’inizio dell’intervento, di utilizzare il dispositivo per la defibrillazione. All’arrivo, dopo diversi minuti, dei sanitari, terminate le manovre di primo soccorso, l’uomo è stato trasportato verso l’ospedale.
Almeno in quel momento, il malcapitato non sembrava più in pericolo. Tuttavia, una mancanza di controllo e di attenzione alla manutenzione di questi dispositivi può rivelarsi fatale. Anche solo pochi secondi risparmiati, magari, avrebbero potuto fare la differenza ed ora ci saremmo trovati a raccontare un’altra storia, con un finale decisamente diverso.
In realtà è stato dichiarato il decesso dell’uomo dopo poco tempo e a nulla sono serviti gli sforzi fatti e le corse contro il tempo di chi lo ha immediatamente soccorso. L’arresto cardiaco improvviso, purtroppo, uccide fino a 70mila persone ogni anno, in Italia.
La nostra Siena è sì dotata, da diversi anni, di questi dispositivi che devono essere costantemente controllati e tenuti in perfetta efficienza, anche se tutti noi ci auguriamo di non doverli mai utilizzare. Il motivo di questa esigenza è davvero semplice: in presenza di un arresto cardiaco, se si riesce ad intervenire nei primi 5 minuti, le probabilità di salvare una vita possono arrivare fino al 70%.
I moderni DAE, come quelli che sono stati installati a Siena, sono progettati in modo da seguire passo dopo passo l’operatore per la corretta riuscita dell’intervento. Intervento che, ricordiamolo, può essere fornito da qualsiasi cittadino, anche senza una formazione specifica in merito. Come gruppo del territorio rispettiamo il lavoro di tutte le associazioni e di tutti gli organi, tuttavia in alcuni contesti non possiamo assolutamente transigere su errori che possono costare la vita dei cittadini. Non è giusto e non è nemmeno consentito in un Paese che vuole definirsi evoluto e al passo con i tempi”.