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Unicredit verso l’annuncio su Mps, ma il piano Isacco potrebbe scombinare le carte. La svolta dopo le suppletive a Siena

La parola fine sulla vicenda tra UniCredit e Mps potrebbe essere scritta il prossimo 27 ottobre. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, potrebbe essere quello in giorno in cui il Cda di Unicredit approverà il bilancio trimestrale, in anticipo rispetto alla data inizialmente fissata al 10 novembre, un’occasione per annunciare anche la fine trattativa della trattativa per Mps.

Sempre secondo il Sole 24 ore, lo schema di massima dell’operazione è stato individuato. Dopo la due diligence sui conti chiusa a metà settembre, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel ha posto condizioni ben precise che riguardano il perimetro delle attività da rilevare e il trasferimento allo Stato del contenzioso legale e dei crediti deteriorati e in via di deterioramento.

A questo punto mancano solo le risposte dello Stato, nelle sue vesti di azionista di maggioranza, e la Commissione Ue che, a sua volta, dovrà esprimersi sulla fattibilità dell’operazione e sulla non violazione delle norme sugli aiuti di Stato. Una decisione che richiederà anche un passaggio parlamentare e che il Governo ha voluto rinviare a dopo le elezioni suppletive e amministrative del 3 e 4 ottobre.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire il futuro del Monte di Stato e, visto il cordone ombelicale che unisce la banca al territorio, anche il futuro di Siena.

In questi giorni però è sorto un piano alternativo a quello di UniCredit, il cosiddetto piano Isacco, che prevede che il Mef, maggiore azionista di Mps, ceda ai creditori le proprie azioni. I creditori diventerebbero azionisti di una banca ormai senza problemi legali che ad oggi ammontano a 10 miliardi di euro. Una banca dunque sicuramente più appetibile, alleggerita da quelle cause legali, che potrebbe a quel punto interessare non più soltanto a UniCredit. 

La svolta per definire la strada da percorrere, comunque, dovrebbe arrivare dopo le suppletive di Siena per il seggio in parlamento lasciato vacante da Pier Carlo Padoan (passato alla presidenza di Unicredit).

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