Il processo d’appello Mps riguarda le operazioni sui derivati. Le irregolarità sono state riscontrate tra il 2008 e il 2012 e sarebbero servite a nascondere perdite della banca senese
Al centro del processo ci sono presunte irregolarità in operazioni finanziarie (sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico) che, dal dicembre 2008 al settembre 2012, sarebbero servite a occultare le perdite causate dall’acquisto di Antonveneta, costata circa 10 miliardi di euro nel 2008.
Il Procuratore generale Gemma Gualdi ha chiesto di condannare Giuseppe Mussari a 6 anni e 4 mesi (in primo grado la condanna era stata di 7 anni e 6 mesi), Antonio Vigni a 6 anni (in primo grado 7 anni e 3 mesi), e l‘ex responsabile dell’area finanza di Mps Gianluca Baldassarri a 4 anni (in primo grado 4 anni e 8 mesi).
Il Pg ha poi chiesto condanne da 3 a 4 anni e 3 mesi per sei ex manager di Deutsche Bank e due ex manager Nomura (in primo grado le condanne erano state fino a 4 anni e 8 mesi).
I capi di imputazione vanno dalle false comunicazioni sociali, all’aggiotaggio, all’ostacolo all’Autorità di vigilanza, cioè a Consob e Bankitalia. Sul banco degli imputati non c’è la banca senese che è uscita dal processo con un patteggiamento nel 2016.
L’udienza è stata rinviata al 31 gennaio.