L’intervento dei sindacati sulla politica commerciale Mps

L’inizio del 2021 è caratterizzato, per le Lavoratrici e per i Lavoratori di Mps, da una somma di eventi e di fattori che reca un persistente disagio e una profonda incertezza”. Comincia così la nota delle segreterie di coordinamento dei sindacati Mps (Fabi, First, Fisac Cgil, Uilca, Unisi).

“Partiamo da due considerazioni di assoluta chiarezza- scrivono -: la banca può e deve continuare ad essere efficiente ed efficace sul piano commerciale; la situazione di mercato potrebbe -come è già accaduto nel secondo semestre dell’anno passato- evolvere verso scenari di oggettivo recupero e quindi rivelarsi sostanzialmente favorevole”.

“Queste valutazioni oggettive – prosegue la nota – e di carattere generale non sostengono né avallano in alcun modo gli obiettivi approvati dal Cda della Banca il 17 dicembre scorso e presentati alla rete dalla direzione commerciale; risultano, al contrario, difficilmente raggiungibili e come tali sono percepiti dalla stragrande maggioranza delle colleghe e dei colleghi”.

“Le migliori performances dei vari competitors – aggiunge -, pur certificando negli ultimi mesi del 2020 risultati indubbiamente importanti, non danno alcuna credibilità a richieste della Direzione di sestuplicare le performance per l’aggregato del risparmio gestito netto rispetto ai risultati del 2020”.


“Rileviamo – prosegue – per altro come ad oggi l’intera strategia commerciale aziendale sia sostanzialmente da definire, anche in ragione della recente revisione del Piano Strategico ancora da approvare dall’Europa. A dispetto di ciò, il messaggio calato viene prontamente recepito e produce i suoi consueti effetti nel livello periferico: immediata fibrillazione del quadro intermedio, accelerazione delle azioni di pressione e monitoraggio, moltiplicarsi di conference call, campagne che invitano la clientela a recarsi in filiale in piena emergenza sanitaria, riunioni Skype e persino, controllo quotidiano e individuale della produzione”.

“Al di là di ogni valutazione – prosegue – di merito resta l’incompatibilità di tali comportamenti con la normativa aziendale, oggetto negli ultimi anni (vedi in particolare i doc. 1844 e 1845) di continuo confronto, adeguamento e integrazione anche alla luce degli accordi aziendali e settoriali in materia di Politiche Commerciali”.

“La straordinaria difficoltà del contesto operativo – aggiunge – , fortemente condizionato dalla pandemia, è solo un ulteriore elemento di sostegno alla nostra valutazione di assoluta inadeguatezza e insostenibilità degli obiettivi espressi dall’azienda. Le urgenze del presente e la complessità degli scenari futuri impongono a tutti gli attori in campo un’assunzione di responsabilità complessiva, maggiore sobrietà e una lettura precisa, oggettiva e prudente del reale contesto in attesa della presentazione del budget definitivo per il 2021″.

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