Alla vigilia dell’assemblea straordinaria di giovedì 15 che dovrà approvare la ricapitalizzazione, l’amministratore delegato Luigi Lovaglio, nei giorni scorsi, ha spiegato i punti di forza del Montepaschi e la convenienza per gli investitori a sottoscrivere.
Data importante, quella di giovedì 15 settembre, per Banca Mps. Negli ultimi 11 anni gli aumenti di capitale e i vari salvataggi dello Stato hanno mandato in fumo una cifra come 22 miliardi di euro.
Adesso la banca senese torna a chiedere dunque soldi agli azionisti, per raggiungere quella cifra dei 2,5 miliardi totali necessari alla ricapitalizzazione che è stata approvata dalle Bce. Il Tesoro, socio pubblico di Mps, ha già confermato l’investimento di 1,6 miliardi di euro per la sua quota del 64% ne mancano dunque altri 900 milioni devono arrivare al mercato, da investitori privati.
Non sarà così scontato trovarli, in una situazione di mercato internazionale quanto mai incerta e ballerina.
L’ad Lovaglio ha annunciato che il consorzio di garanzia ci sarà, la banca recupererà valore, i tassi di interesse ci daranno una mano. A oggi il consorzio di pre-garanzia conta, oltre a Mediobanca, Bofa, Credit Suisse e Citi, anche Santander, Barclays, Société Générale e Stifel. Le banche, insieme al vertice del Monte e al Tesoro, sonderanno il mercato nella seconda metà di questo mese per verificare la praticabilità dell’aumento tenendo conto soprattutto del contesto macroeconomico e dello scenario italiano in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre.
Per attrarre appeal su Mps Lovaglio ha anche ricordato che il tesoro nascosto di Mps può ancora contare in Borsa su un valore di 410 milioni di euro e che solo il patrimonio immobiliare di Mps supera i 2 miliardi di euro.
La banca senese ha appena redatto una perizia sul suo patrimonio immobiliare. In portafoglio ha 1.100 asset di proprietà, di cui 705 a uso strumentale. Negli ultimi anni sono state messe sul mercato molte strutture di pregio