Il presidente della Fondazione Monte dei paschi Carlo Rossi plaude all’iniziativa del sindaco Luigi De Mossi

Troppo silenzio, ci aspettiamo risposte”. Il presidente della Fondazione Monte dei paschi Carlo Rossi plaude all’iniziativa del sindaco Luigi De Mossi, che ha preso carta e penna e ha rotto gli indugi sulla banca Mps, chiedendo al governo Draghi di uscire dall’incertezza e chiarire la situazione sul futuro della banca. Troppi silenzi da una parte, quelli cioè con le istituzioni senesi; troppe voci dall’altra, quelle relative a presunte aggregazioni o presunti “spezzatini” che coinvolgerebbero la banca nata nella città del palio nel 1472. Il primo cittadino ha deciso di chiedere conto della situazione, con una lettera aperta che trova il pieno appoggio del presidente della Fondazione.

“Mi sembra – spiega Carlo Rossi al “Corriere di Siena” – un’iniziativa molto apprezzabile e assolutamente opportuna, dopo tutto questo lungo silenzio, è stata iniziativa utile”. Lo stesso numero uno di Palazzo Sansedoni, oltre un mese fa durante il consiglio comunale sul futuro economico della città nel post Covid, aveva auspicato un confronto con il Mef, ma in realtà non c’è stata alcuna convocazione e tutto è ancora riferibile al 29 dicembre scorso, quando le istituzioni senesi e territoriali furono ricevute a Roma: da allora il nulla. “Con il Mef – chiarisce infatti Carlo Rossi – non ci sono stati più contatti e più segnali. E questo anche alla luce delle indiscrezioni di stampa, fra lo ‘spezzatino’ e altre iniziative, compresi quelle ipotesi sui cambi di governance (alcuni organi hanno riportato della volontà del Mef di sostituire Guido Bastanini, attuale ceo di Mps, ndr)”. La Fondazione Monte dei paschi non vuole occuparsi delle questioni prettamente societarie, ma provare a tutelare la banca senese: “Fondazione e Comune  – chiarisce infatti Rossi -non vogliono entrare in questioni e elementi che riguardano unicamente gli azionisti. Tuttavia si sta decidendo il futuro di un bene che è certamente proprietà degli stessi azionisti, ma è anche il bene e il tesoro di una città e di un territorio”.

De Mossi ha posto diverse questioni sul futuro della banca, chiedendo, come detto, chiarezza sul futuro: “Ci saranno risposte? – dice Carlo Rossi – E’ difficile dirlo, spero che arrivino risposte, anche se posso ipotizzare non arrivino subito. Di certo si è mosso un ente pubblico locale con quello che è il massimo rappresentante del popolo. E lo ha fatto chiedendo notizie con un tono garbato e indirettamente propositivo. Non vedo perché tutto questo non debba essere preso in considerazione”. De Mossi ha anche parlato della disponibilità di accordi sulle questioni legali: la Fondazione, su iniziativa dello stesso primo cittadino, ha intrapreso fra le altre un’azione legale per 3,8 miliardi di euro nei confronti della banca per gli aumenti di capitale che in passato hanno depauperato il patrimonio di Palazzo Sansedoni.

“Lo confermo – spiega Rossi – Siamo disponibili, anche se qui nascono una serie di questioni. L’interlocutore per un’eventuale transazione, il ‘ legittimato attivo’ come direbbe da avvocato il sindaco De Mossi è la banca, così come dall’altra parte è la Fondazione. E’ auspicabile che si arrivi però a una soluzione condivisa. Sarebbe credo di grande utilità anche per la banca. Leggo che unod egli ostacoli a eventuali prospettive futuro è il contenzioso legale, per cui risolverne almeno una parte potrebbe essere di grande aiuto per il futuro”.

“E’ difficile – conclude Rossi – interpretare il perché dei silenzi fin qui. Certamente questo governo, che ha caratteristiche singolari e diverse rispetto al passato, con una componente tecnica e una componente politica, ha fatto segnare un cambiamento nei rapporti, con meno esternazioni dei governi politici. Ci sono stati tanti impegni, fra cui senz’altro il recovery plan. Mi pare poi di capire che la ricerca di interlocutori interessati a intavolare un discorso sul futuro della banca o su cui basare il dossier Mps non abbia trovato grandi Adesso però ci aspettiamo una risposta”.

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