Fra ipotesi di aggregazione e verso il cda del 19 gennaio: il futuro di Mps si decide in questi giorni. Mercoledì consiglio comunale

Si apre domani una settimana decisiva per il futuro di Monte dei Paschi di Siena. Domani è convocata la prima riunione del consiglio di amministrazione, che dovrebbe definire le modalità del suo fabbisogno di capitale, tra 2 e 2,5 miliardi di euro, dopo aver approvato di recente il nuovo piano industriale sottoposto a Tesoro e Ue. Poi consiglio di amministrazione decisivo il 19 gennaio, in cui mettere a punto il piano sul capitale, da inviare alla Bce entro il 31 del mese. E’ il nodo principale: il Mef, azionista di maggioranza con il 64 per cento delle azioni, avrà il “via libera” dalla Bce per sottoscrivere la sua quota?

Si prova a mobilitare anche la città, dopo i colloqui e gli incontri che il sindaco Luigi De Mossi ha avuto al Mef, a fine dicembre insieme ad altri rappresentanti istituzionali. Mercoledì è infatti in programma un consiglio comunale monotematico sulla questione Monte dei Paschi di Siena.

Nel frattempo è da definire il pacchetto di incentivi del Mef, per cui si parla di cifre intorno ai 6 miliardi, per un’eventuale aggregazione. E resta da sciogliere il nodo dei rischi legali, con la banca senese destinataria di alcune pesanti richieste di danni, fra cui quella della Fondazione (da 3,8 miliardi di euro) per gli erronei dati contenuti nei bilanci che hanno causato gli aumenti di capitale, i quali a sua volta hanno depauperato Palazzo Sansedoni.

L’ipotesi Unicredit rimane una corsa a ostacoli. La banca milanese è stata premiata in Borsa a Milano sull’ipotesi della disponibilità di Amco, controllata del Tesoro, a salire dai 14 ai 20 miliardi di euro di Npl da acquisire, d’altra parte l’istituto resta impegnato nella ricerca di un nuovo ad. Mercoledì il Cda farà il punto sul processo di selezione in corso. Sarà però solo una tappa per restringere ancora il cerchio, perché per la scelta del successore di Jean Pierre Mustier si parla almeno di febbraio. E non sarà comunque il traguardo, visto che il rinnovo riguarda l’intero board, che s’insedierà dopo l’assemblea di aprile.

Le nozze con Monte Paschi comunque, dopo le perplessità di azionisti italiani come Del Vecchio e Fondazioni Crt e Cariverona, hanno visto il no del M5s, rimbalzato a stretto giro dal capogruppo del Pd in Commissione bilancio a Montecitorio, Ubaldo Pagano, che punta il dito su chi dubita “della professionalità e dell’integrità di Pier Carlo Padoan”, la cui storia personale e professionale non ha certo bisogno di “certificazioni di onestà da parte di chicchessia”. Non senza concludere: “Suggerirei ai professionisti del complottismo spinto di fare nella loro esperienza professionale almeno un decimo di quanto fatto da Padoan”.

Sul tavolo aggregazione e “spin off” di Mps in Toscana, ma il vero nodo rimane il primo punto: come si effettuerà l’aumento di capitale. Poi verrà tutto il resto.

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