Sarà un’estate di lavoro per disegnare il proprio futuro quella del Monte dei Paschi di Siena. Dopo il via libera informale della Commissione Ue, adesso Mps attende l’ok dalla Bce per definire la cessione della zavorra dei crediti deteriorati (una cifra attorno ai dieci miliardi di euro). La banca centrale potrebbe decidere in estate e quindi per Rocca Salimbeni, nel passo successivo, potrebbero essere disegnarti gli scenari futuri, quali l’uscita del Mef dal capitale (lo Stato è azionista di maggioranza con il 68 per cento) e la collocazione sul mercato.

L’operazione, che di fatto è stata confermata ufficialmente anche da Monte dei Paschi (“Sono in corso approfondimenti” si legge infatti nella nota ufficiale uscita due giorni fa a seguito delle indiscrezioni sull’argomento), porterebbe alla cessione di 9,7 miliardi di euro di Npl che verrebbero presi in gestione da Amco l’ex Sga, controllata dal Tesoro. Amco è una società italiana che opera nel settore finanziario, in particolare nella gestione dei crediti deteriorati di proprietà (al cento per cento) del Ministero dell’economia e delle finanze.

Proprio per questo, trattandosi di società interamente pubblica, per proseguire in questo tipo di operazione Rocca Salimbeni ha bisogno del via libera delle autorità europee: arrivato quello, informale, della vicepresidente esecutiva della Commissione e responsabile della concorrenza Margrethe Vestager (“Da quello che possiamo vedere – ha detto – non e’ un’operazione di aiuti è stata decisa prima della crisi Covid, siamo in contatto, abbiamo valutato i livelli, e abbiamo dato conforto agli italiani su questa questione”), serve adesso la formalità della Banca Centrale Europea.

La strada di una separazione tra good e bad bank renderebbe peraltro Mps “più appetibile favorendo una exit strategy da parte del Mef (secondo quanto stabilito nel piano industriale del 2017, questa dovrebbe avvenire entro il 2021, ndr), anche se non è da escludere la possibilità che il governo possa puntare al pieno controllo per completare l`uscita in tempi più lunghi”, sottolinea Equita in un report. Nella stessa analisi di Giovanni Razzoli viene evidenziato come “il deal permetterebbe di ridurre l’Npe ratio della banca dal “13.2% del primo trimestre” ad più contenuto e gestibile 2.1%”. 

I negoziati tra il Tesoro e la direzione concorrenza della Commissione Ue per la cessione degli Npl alla società pubblica Amco (ex Sga) durano da mesi, rallentati dalle divergenze di valutazione sulla costruzione e il prezzo a cui fare l’operazione. Il piano, secondo quanto riferito da alcune fonti nei mesi scorsi, puntava alla scissione di una parte di bilancio dell’istituto con circa 10 miliardi di sofferenze, e la successiva fusione in Amco ai valori di bilancio, con uno schema complesso che mirava a configurare un’operazione di mercato.

Alessandro Lorenzini
Da bambino c’è chi sogna di fare l’astronauta, il calciatore, il pompiere. Io sognavo di fare il giornalista, forse influenzato dalle mie letture, dalle mie canzoni, da qualche film visto al cinema o in tv. Fra mille difficoltà sto provando a portare avanti il mio sogno, con trasparenza e umiltà, mettendoci la faccia (e la firma). Sono nato e vivo a Siena, in una città problematica, ma magica, che ti scaccia e ti abbraccia, che ti allontana e ti spinge a tornare, come una sorta di elastico, in un legame comunque inscindibile per sempre.

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