L’intervento del presidente della Repubblica all’inaugurazione del 781esimo anno accademico dell’Università di Siena
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa mattina era a Siena per l’inaugurazione del 781esimo anno accademico dell’Università di Siena. Il presidente ha preso la parola dopo la presentazione del rettore Francesco Frati e la prolusione del professor Roberto Venuti, toccando diversi temi relativi alle sfide globali che l’Italia sta affrontando negli ultimi tempi, dalla pandemia alla crisi umanitaria in Afghanistan, e al ruolo ricoperto dall’Università di Siena e dagli Atenei in generale.
“Vorrei ringraziare il rettore Francesco Frati per l’invito e professor Venuti per la prolusione – esordisce il presidente della Repubblica -. L’idea che la vita sia costituita da eventi sempre uguali è un’illusione. Lo era anche nei tempi quando i mutamenti erano meno veloce, questo può provocare un senso di incertezza, insicurezza e fragilità. Il magnifico Rettore ha toccato alcuni punti che vorrei riprendere velocemente: la condizione della disabilità, i profughi afghani, la reazione alla pandemia. Sono tutti elementi che hanno consentono una riflessione molto importante”.
“Sulla disabilità abbiamo fatto molti passi avanti – continua Mattarella -, ma siamo lontani da una condizione adeguata. C’è stato però cambio di mentalità, è fondamentale ’attenzione che l’Ateneo riserva agli studenti con disabilità, proprio come nella scelta di accogliere gli studenti afghani, in controtendenza rispetto all’atteggiamento di chi, contro i propositivi dei fondatori dell’Ue, ha scelto di non accoglierli. Anche per questo è significativo, è sconcertante quanto avviene in più luoghi ai confini dell’Unione, è sorprendete in divario tra i principi europei e ciò che avviene nei fatti“.
“Abbiamo reagito alla pandemia con grande senso di responsabilità – continua Mattarella -, ora stiamo affrontando un periodo in cui i contagi riprendono. Anche alcuni grandi paesi sono difficoltà, in Italia la situazione è meno allarmante, ma c’è un aumento dei casi costante, limitato ma costante. Per questo è importante l’atteggiamento dell’Ateneo anche rispetto all’emergenza pandemica. Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sono, com’è noto sei grandi visioni: digitalizzazione, transizione ecologica, mobilità sostenibile, aspetti sociali del lavoro, sanità e università e scuola. L’obiettivo è accrescere il ruolo dell’educazione, facendone aumentare la qualità, ampliando le risorse. E’ indispensabile per lo sviluppo del paese il ruolo delle Università”.