Il sindaco di Trequanda proposta della Cnapi, che ha individuato una zona del territorio come luogo idoneo ad ospitare il deposito italiano dei rifiuti nucleari. “Chiesta una proroga della scadenza prevista per le osservazioni”

“Stiamo lottando tutti insieme, forse politiche, associazioni, semplici cittadini per dire no a questa proposta. E se tutta una comunità sta lavorando unita su un obiettivo comune, superando le differenze in un momento così difficile, significa che questa terra si merita gli abitanti che la popolano, perchè le vogliono davvero bene”.

Il sindaco di Trequanda Roberto Machetti, ospite del format di Gazzetta di Siena “Primo Cittadino”, torna sulla vicenda della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) pubblicata dalla Sogin, che inserisce anche una porzione di circa 180 ettari nel territorio comunale di Trequanda, ai confini con il Comune di Pienza, tra i siti adatti ad ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari.

Un argomento che fa discutere dal momento della pubblicazione della lista dei 67 luoghi in cui sono state valutate le migliori condizioni tecniche per costruire il deposito e che ha unito, nella contrapposizione, proprio tutti.

“Ci stiamo impegnando da decenni sui temi della sostenibilità ambientale, sulla valorizzazione dei prodotti tipici e del turismo rurale – aggiunge Machetti -. Da due anni siamo stati iscritti dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, primo Comune toscano e tra i pochi in Italia, nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici. Questo dovrebbe bastare per far capire che l’inserimento di Trequanda in questo elenco è assolutamente in controtendenza con le scelte operate dalle amministrazioni che hanno governato il territorio“.

Impossibile anche farsi attrarre dalle ricadute economiche che una struttura del genere avrebbe sul territorio?

“Sicuramente il bilancio di quel comune che ospiterà il deposito ne trarrà vantaggio – dice ancora Machetti -. Si parla di un miliardo di investimenti, di 4000 posti di lavoro durante la costruzione e 700 posti poi a tempo indeterminato, con professionalità importanti, perchè ci sarà anche un polo tecnologico. Quindi tutto l’indotto ne beneficerà, ma noi non possiamo stravolgere la nostra identità.

In questo territorio c’è il Nobile di Montepulciano, c’è il Brunello di Montalcino, c’è il pecorino di Pienza, c’è l’olio di Trequanda. Questo per dire solo alcune delle eccellenze per le quali siamo conosciuti nel mondo e che riceverebbero senza dubbio un danno da un sito radioattivo. Siamo riconosciuti come il paesaggio del benessere e abbiamo lavorato anni per veicolare questa nostra immagine. Non possiamo certo svegliarci una mattina e dire, scusate, abbiamo sbagliato tutto…”

Intanto si è costituita una task-force composta da amministratori pubblici e tecnici per presentare la documentazione perchè Trequanda venga esclusa da quella lista e verranno contestati anche i criteri di esclusione che non sono stati considerati.

“Abbiamo 60 giorni di tempo dal giorno in cui è stato pubblicato l’elenco (il 5 gennaio) e, tramite i nostri rappresentanti istituzionali in Parlamento abbiamo chiesto di emendare la scadenza prevista. Il Ministro Costa ha già indicato nella commissione ambiente che la richiesta possa essere accettata e ci aspettiamo dunque una proroga.

Stiamo tutti insieme lavorando per produrre tutta una serie di osservazioni a supporto della nostra opposizione e mi piace sottolineare che tantissime persone si sono avvicinate all’amministrazione offrendo il loro aiuto. Non solo i produttori olivicoli, che sono quelli più interessati, ma anche i terracottai, per fare un esempio. Ed anche questo cammino è da prendere ad esempio, come quello della politica locale che si è unita per l’obiettivo”.

L’intervista integrale al sindaco di Trequanda Roberto Machetti

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