Massimo Reale è pronto a raccontare il Palio in maniera inedita portando a teatro ‘L’Uomo sottile’: “Sarà importante capire la reazione dei senesi”

In una primavera finalmente diversa per Siena, con i tamburi che già timidamente si sentono suonare, il Palio torna protagonista, anche in maniera nuova, su un palcoscenico, a teatro.

La locandina è un poco l’immagine di tutti i cittini, con lo zucchino in testa. Uno scatto evocativo, che forse, in questo preciso momento storico, entra dritto nella storia personale di ogni senese. Protagonista de L’uomo sottile è Massimo Reale, legato a doppio filo con Siena da sempre. in scena da giovedì 24 marzo a domenica 27 allo Studio Topi Dalmata, in via Piccolomini,  scritto da Sergio Pierattini per la regia di Manuela Mandracchia, in prima nazionale.

“La prima completa – racconta Reale – perché grazie alla contrada dell’Oca ho potuto saggiare una versione ridotta della rappresentazione proprio in Fontebranda. L’Oca grazie alla mia nonna e alle sue sorelle è stata la mia casa estiva da bambino, qui ho assorbito quel flusso continuo di emozioni che sono la contrada ed il Palio portandolo poi, dall’infanzia sempre con me“.

Un legame, quello di Massimo Reale, con la città che nasce ben prima della sua carriera artistica, e che poi è riuscito a convogliare anche nella sua professione attraverso numerosi lavori, pubblicazioni e tv, che lo hanno visto impegnato a contribuire al racconto della nostra festa “un racconto sempre parziale, cercando di volta in volta di approfondire un aspetto diverso, la totalità dell’universo contrada-Palio è impossibile da rappresentare. L’Uomo sottile si inserisce in questo mio percorso grazie al testo di Sergio Pierattini; attore e drammaturgo di qualità ma in questa particolare occasione valore aggiunto per la sua senesità; nessuno, nato fuori da queste mura, avrebbe potuto immaginare e poi scrivere questo testo. Il boia, questo il soprannome del fantino immaginario che interpreterò, è raccontato in un dopo Palio drammatico, solo, richiuso in qualche anfratto o semplicemente nello scantinato della sua mente, nel vortice delle sue paure e delle sue menzogne, messo a nudo in tutte le sfumature umane che la figura del fantino suggerisce, nell’oscillazione continua tra le sue mille verità di assassino.”

Si è ispirato a qualcuno in modo particolare per entrare in questo personaggio?

“I fantini fin dalla mia infanzia erano già i protagonisti ‘patinati‘ del Palio, pur essendo poi cambiati molto nel tempo. Già Aceto, il mio eroe da bambino, aveva in sé tutto per essere una figura affascinante e centrale. Non mi sono ispirato a nessuno di loro in maniera precisa, senza dubbio la conoscenza e la frequentazione, sia per la passione dei cavalli del mio babbo sia grazie alla mia parte di senesità che al mio impegno in gentleman per ben 300 e più competizioni, ha fatto si che il mio personale bagaglio emotivo della figura dell’assassino forse ricco da sapere bene come spesso la loro spavalderia nasconda storie difficili o profonde insicurezze e che il Palio è oro solo per pochi e per molti è un esperienza dolorosa e difficile. Sia Sergio, grazie ad un particolare ricordo di Lazzaro in un dopo Palio nell’Onda che io, abbiamo aggiunto a questo spettacolo un retroterra personale e reale”.

Questo racconto di un angolo così buio del Palio, potrà umanizzare questa figura?

“Non lo so, il retaggio è forte ma forse potrà mettere a nudo, seppur simbolicamente, se non tutta la loro umanità almeno qualche piccolo lato in cui riconoscersi. Criticati ed osannati rimangono comunque gli uomini a cui, nella storia assoluta del Palio e nella storia personale di ognuno di noi, dobbiamo gratitudine per la gioia che ci hanno, un tempo, regalato.”

Il Palio è stato raccontato da sempre sotto molte forme artistiche, il teatro, soprattutto contemporaneo, è la meno frequente in assoluto.

“Vero, è questo mi incuriosisce molto. E’ una bella sfida per noi. Sarà importante capire la reazione dei senesi che si troveranno difronte ad un modo nuovo nella ricerca del racconto del Palio. Poi andremo in scena a Roma, li avremo la riprova di come le nostre emozioni, legate a quel famoso minuto e mezzo sul tufo, siano universali e che davvero il Palio sia una perfetta metafora della vita”.

Eleonora Mainò
Nata sotto il segno dei pesci. Narratrice di storie di polvere e provincia e uomini di cavalli. "L'aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo" ( proverbio arabo)

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